L’evoluzione della disciplina urbanistica attraverso l’analisi dei principali piani urbanistici elaborati in Italia dall’Unità ad oggi
Contenuto del corso - Parte B
Non c’è una attività specifica di Urbanistica, ma essa è implicita. Per questo il Corso di Fondamenti Urbanistica sarà indirizzato a svelare questo “riferimento implicito” che è necessario conoscere e dominare (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) per una buona formazione di un sapere specifico utile all’intervento progettuale nell’edilizia
Gli argomenti trattati (testi e immagini) sono riportati nelle dispense del corso. Bibliografie di riferimento sono fornite di volta in volta su argomenti specifici.
- A. Filpa e M. Talia, Fondamenti di governo del territorio. Dal piano di tradizione alle nuove pratiche urbanistiche, Carocci, Roma 2009.
- G. De Luca e M. Gamberini, Toscana: norme per il governo del territorio, Il Sole 24 Ore, Milano 2006.
Obiettivi Formativi - Parte A
L'analisi urbana e territoriale si è alimentata negli ultimi anni dei contributi di molteplici settori disciplinari: le scienze regionali, la geografia, la sociologia, l'economia urbana, la morfologia dei sistemi insediativi, la tipologia delle strutture edilizie. La disomogeneità delle tecniche di indagine relative ai settori sopracitati ha finora impedito di fissare entro una struttura codificata i diversi saperi cui rimanda lo studio della città e del territorio. Obiettivo del corso diventa allora, non tanto quello di proporre i metodi dell'analisi urbana entro una cornice di apparente sistematicità, quanto quello di verificare le forme empiriche che lo studio della città ha assunto sia nella redazione di alcuni piani urbanistici, sia nell'elaborazione di alcuni grandi progetti urbani.
Obiettivi Formativi - Parte B
Alla base della disciplina urbanistica, oggi chiamata “di governo del territorio”, vi è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprasuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collettivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Partendo dalle problematiche che hanno determinato e determinano la necessità di disciplinare gli interventi negli insediamenti e nel territorio, il percorso formativo è orientato a fornire agli studenti le basi teoriche concettuali della disciplina urbanistica, comprensiva dei necessari riferimenti storici e una prima conoscenza delle modalità con cui questa può rispondere alle istanze nelle varie situazioni contestuali attraverso gli strumenti e i metodi che le sono propri.
Si farà questo analizzando alcuni piani, avendo come punto di riferimento principale la realtà della Regione Toscana, che negli ultimi decenni su questo argomento è diventata una delle realtà più interessanti nel panorama nazionale.
Tenuto conto che strumenti e metodi sono strettamente connessi agli obiettivi, che dinamicamente si rapportano nei tempi e nei luoghi alle istanze espresse dalla collettività e dalle sue istituzioni, obiettivo specifico del Corso è la loro sperimentazione alla scala locale, in una applicazione progettuale adeguata al livello formativo del secondo anno. Alla conclusione lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di muoversi autonomamente nei “sentieri” dei piani urbanistici.
Prerequisiti - Parte A
Nessun particolare prerequisito è richiesto
Metodi Didattici - Parte A
La didattica si svolge attraverso comunicazioni a carattere tematico e l’esposizione di singoli piani seguite da seminari di discussione.
Metodi Didattici - Parte B
L’organizzazione della didattica è mirata a che il processo di formazione e di sperimentazione necessario per sostenere l’esame avvenga durante lo svolgimento del corso di laboratorio.
Attraverso le modalità della didattica il laboratorio intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio della bibliografia e del glossario, reperibile al sito http://www.urba.arch.unifi.it/docprog/deluca/ ;
b) una formazione di base di carattere applicativo, affidata all’esercitazione finale, da svolgersi da soli o in gruppo di max 2 persone.
La frequenza al laboratorio è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni. L’obbligo di frequenza è ottemperato quando le assenze non superano il 25% delle lezioni effettive.
Sono esonerati dall’obbligo di frequenza gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con i docenti le modalità di partecipazione al laboratorio.
L'esame, anche nel caso di esercitazione annuale di gruppo, è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sull’esercitazione finale
Altre Informazioni - Parte B
Secondo l’attuale normativa che regola il sistema delle professioni i laureati triennali in architettura (art. 16.comma 5, lettera a, del DPR 328/01) svolgeranno «attività basate sull'applicazione delle scienze, volte al concorso e alla collaborazione alle attività di progettazione, direzione dei lavori, stima e collaudo di opere edilizie, comprese le opere pubbliche; la progettazione, la direzione dei lavori, la vigilanza, la misura, la contabilità e la liquidazione relative a costruzioni civili semplici, con l'uso di metodologie standardizzate; i rilievi diretti e strumentali sull'edilizia attuale e storica».
ARGOMENTI DEL CORSO
1.la differenza tra piano e progetto
2.La legge del 1942: finalità e “cuore” nell’architettura istituzionale della normativa. Il “problema” razionalista e la proposta di sintesi disciplinare
3.Excursus cronologico delle leggi riguardanti le leggi che interessano a vario titolo la pianificazione e l’ambiente : i passaggi concettuali e culturali della legislazione urbanistica italiana dai primi decenni del sec XX ad oggi
4.Standard urbanistici : definizione e articolazione, quantità , problematica del passaggio da elemento quantitativo a elemento qualitativo e prestazionale e alla necessaria loro correlazione
5.La tecnicalità legata all’esproprio e quella legata ai nuovi istituti della perequazione e della compensazione urbanistica
6.Definizione, ruolo e calcolo dei parametri urbanistici
7.i manuali tecnici: cosa contengono e come adoperarli
8.Il ruolo degli Enti nella predisposizione degli strumenti pianificatori e programmatori di loro competenza e nell’individuazione di una corretto apporto sinergico tra di loro
9.Le nuove forme del piano “regionalizzato”: dal piano regolatore generale unico al piano sdoppiato: strutturale/strategico ed operativo/regolamentare
10.L’esperienza della Regione Toscana
11.Come rappresentare le strategie del piano strutturale
12.Autori tra la folla: i piani di Silvia Viviani, Luciano Piazza e Gianfranco Gorelli a confronto
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
L’esame si svlge attraverso un colloquio sui temi svolti durante il corso. Gli argomenti del colloquio sono quelli riportati nelle dispense, più un eventuale approfondimento bibliogarfico concordato col docente. L’esame è individuale.