F. BRAUDEL, Scritti sulla storia, Mondadori, Milano 1989.
.*Civiltà e imperi del Mediterraneo all'epoca di Filippo II, Torino, Einaudi, 1977.
.*Civiltà materiale e capitalismo, Torino, Einaudi, 1977.
L. CARLE, Sette lezioni su identità socioculturale collettiva e territorio, Edizioni Centro AZ, Firenze, 1997,pp.150
*L'identità urbana in Toscana. Aspetti metodologici e risvolti operativi di una ricerca pluridisciplinare, (sotto la direzione di L. Carle), Marsilio, Venezia 1998, pp. 291
*L'identité cachée. Paysans propriétaires dans l'Alta Langa XVIème-XIXème siècle, éd. E.H.E.S.S. - I.U.E., Paris 1989, pp. 268, [ Versione italiana, L'Identità nascosta. Contadini proprietari nell'Alta Langa, secoli XVI-XIX, ed. Dell'Orso, Alessandria 1992, pp.235 ]
*La patria locale. L'identità dei Montalcinesi dal XVI al XX secolo, Marsilio, Venezia 1996, pp. 357
*Dentro e fuori porta. Tredici situazioni urbane nel tempo e nello spazio, ed. Pacini, Pisa 1989, pp. 103
*Pezzolo Valle Uzzone - La storia, l'identità, il territorio, Valle della Scienza, Castelletto Uzzone 2003, pp. 416
*La rappresentazione dell'identità socioculturale collettiva, in A. Magnaghi (a cura di), Rappresentare i luoghi. Metodi e tecniche, Alinea Editrice, Firenze 2001, pp. 379-409
*Arezzo: alla ricerca di un'identità urbana, in Arezzo fra passato e futuro. Un'identità nelle trasformazioni urbane, ESI, Napoli, 1993, p.79-92.
*Identità trasmessa e identità reale: gli elementi costitutivi di una coscienza di appartenenza e i contenuti del particolarismo valdostano fra XVI e XX secolo, in Storia d'Italia, Le Regioni dall'Unità a oggi, Valle d'Aosta, Einaudi, Torino 1995, p.505-562.
*L'Alta Langa fra il XVII e il XIX secolo: un'identità nascosta ma reale, in Oltre l'Acna: identità e risorse per la rinascita della Valle Bormida, Angeli, Milano, 1993, p. 27-48.
J. LE GOFF,. (a cura di), La nuova storia, Mondadori 1980.
E. LE ROY LADURIE, Storia di un paese: Montaillou. Un villaggio occitanico durante l'Inquisizione (1294-1324), Milano, Rizzoli, 1977
T. STOIANOVICH, La scuola storica francese. Il paradigma delle Annales. Prefazione di F.Braudel, ISEDI, Milano, 1976.
C. TULLIO-ALTAN, Ethnos e civiltà. Identità etniche e valori democratici, Feltrinelli, Milano, 1995.
N. WACHTEL, La visione dei vinti, Torino, Einaudi, 1978.
Obiettivi Formativi
Lo studente deve pervenire ad acquisire la capacità di una analisi storica e antropologica del territorio, imparando i principi e l’applicazione della metodologia adeguata secondo le linee di seguito precisate. Tale acquisizione si deve tradurre nella capacità di valutare, riferiti ad un territorio specifico, gli elementi che rientrano in questa analisi, per essere in grado di elaborare una relazione di indagine preliminare che traduca i risultati della fase analitica in termini di fruibilità per una redazione di piano.
Metodi Didattici
A tal fine il corso è strutturato in una serie di lezioni, metodologiche e di contenuto; in alcuni seminari a tema e in esercitazioni di gruppo. Le tre parti in cui è strutturato il corso – metodologia, seminario, esercitazioni – si svilupperanno in maniera parallela, alternandosi per tutta la durata del secondo semestre, per un totale di 72 ore nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio. La pianificazione temporale, all'interno del numero delle ore complessive di corso previste, dipenderà dal numero degli studenti e sarà quindi decisa dal docente dopo le prime lezioni.
Nella parte metodologica del corso saranno sviluppati i seguenti argomenti:
- La scuola delle Annales e la nuova storia: la nozione di lunga durata e le sue implicazioni. Interdisciplinarietà e pluridisciplinarietà.
- L’antropologia storica: metodo storico e metodo etnografico
- Le problematiche identitarie: il contesto europeo e il contesto italiano. Regione, nazione, stato.
- Identità, senso di appartenenza, coscienza di appartenenza. Il modello socio-culturale.
- La metodologia da applicare allo studio delle problematiche identitarie. L’ottica spazio-temporale: la dinamica dei tre orizzonti
- Preindagine e componenti della fase analitica nel progetto di sviluppo locale autosostenibile.
- Atteggiamento sul terreno e strumenti di indagine appropriati (fonti orali e scritte, interviste, questionari, fotografia, video…).
- Comunicazione e immagine : contenuti e strumenti .
- Le acquisizioni della preindagine nel progetto Identità urbana in Toscana.
Le sessioni seminariali riprenderanno e approfondiranno questi aspetti, calandoli nel concreto di analisi e progettazioni già realizzate, secondo alcune problematiche essenziali e prendendo spunto da testi di riferimento fondamentali, letti e presentati dagli studenti.
Le esercitazioni, che si svolgeranno in parallelo ai seminari e alle lezioni, permetteranno di sperimentare all’interno della logica di un vero progetto e su un terreno reale le metodologie e le tecniche di indagine apprese.
Modalità di verifica apprendimento
Ogni studente nelle sedute di seminario presenterà un testo di riferimento (v.sopra) estrapolandone i temi che costituiranno l'oggetto di un seminario.
Gli studenti, divisi in gruppi, lavoreranno su temi diversi, producendo un rapporto finale scritto.
La valutazione finale in sede d’esame, finalizzata alla verifica dell’acquisizione degli obiettivi di apprendimento, terrà conto, oltre che delle conoscenze metodologiche acquisite, sia del contributo individuale al seminario che dei risultati del lavoro di gruppo.
Programma del corso
Nell’analisi territoriale la variabile temporale risulta determinante e fondatrice della stessa, se passiamo dall’analisi dello spazio come semplice supporto fisico di attività all’analisi del luogo come soggetto vivente ad alta complessità,. E’ sul lungo periodo infatti che si forma e si trasforma l’identità di un luogo. Per un pianificatore che intenda assumere gli attori locali come soggetti di piano diventa dunque essenziale conoscere i comportamenti profondi, cioè le identità socioculturali collettive.
Essendosi la Regione Toscana dotata di una legge per il governo del territorio (legge 5/1995), che prevede l’esplicitazione dello statuto dei luoghi (ovvero la definizione dei caratteri identitari di un luogo) come base per la pianificazione delle invarianti strutturali e delle trasformazioni ammissibili all’insegna della sostenibilità, diventa essenziale che l’identità socioculturale di un luogo faccia parte integrante dello statuto insieme all’identità ambientale e territoriale.
L’azione progettuale e di piano è supportata da una storia che deve essere in grado di spiegare meglio il cambiamento. Lo studio storico dei processi di territorializzazione è basato su un’analisi storica caratterizzata dalla nozione di lunga durata e dalle sue implicazioni. Il territorio, inteso come ambito di analisi e di intervento e non solo come ambiente naturale, è la risultante dinamica e stratificata di successivi cicli di civilizzazione, che si presenta come un complesso sistema di relazioni fra comunità insediate (e loro culture) e ambiente. Esso è insomma un organismo vivente ad alta complessità, prodotto dall’incontro fra eventi culturali e natura, composto da luoghi (o regioni) tutti dotati di identità, di storia. Possiede sempre una sua profondità storica che interviene attivamente nell’esistenza individuale e collettiva, all’interno di processi mentali, linguistici, percettivi, sensoriali, anche se nelle forme latenti di un’identità nascosta di lungo periodo. Per arrivare a cogliere queste forme latenti di questa identità si ricorre ad una metodologia pluridisciplinare specifica messa a punto in ambito storico.
Non si tratta di prendere una regione e di studiarne o di descriverne l’identità, quanto piuttosto di saper leggere gli indizi di un sentimento di appartenenza, o meglio di una coscienza di appartenenza, a un dato territorio, di verificarne le continuità e le rotture temporali sul lungo periodo (più secoli) e di individuare i contenuti di questa coscienza di appartenenza, per appurare se esista un modello sociale tendente all’autoconservazione e all’autoriproduzione. La presenza di quest’ultimo attesta l’esistenza di una identità. L’identità implica infatti un modello sociale tendente alla propria autoconservazione e riproduzione, dunque identificabile sul lungo periodo storico. Indagare sulle caratteristiche del modello sociale è l’unica via per indagare sull’esistenza di una identità attraverso la definizione dei suoi contenuti reali. Ai vari termini che individuano la problematica identitaria – identità, coscienza e sentimento di appartenenza - corrispondono stadi diversi di indagine. Senza pretendere di arrivare ad organizzare i diversi dati raccolti in funzione della comprensione reale di una società in termini identitari, è tuttavia possibile introdurre alcune dimensioni della problematica identitaria nell’indagine analitica fondatrice del progetto di piano.
La componente antropica di un territorio definito manifesta sempre un sentimento od una coscienza di appartenenza. Ogni relazione di indagine preliminare non può dunque prescindere dalla rappresentazione di questo sentimento o coscienza di appartenenza (o di identità laddove sia stata verificata la sua esistenza con una indagine appropriata). Per evitare un risultato sovrastrutturale, in cui cioè l’urbanista trasferisca le sue dimensioni identitarie sul territorio in questione attuando una sorta di proiezione identitaria, la relazione di indagine preliminare deve essere, per quanto riguarda la rappresentazione della dimensione identitaria, una lettura e non una interpretazione del territorio o peggio una sua riduzione. Le situazioni diverse constatabili nella sfera della dimensione identitaria di una popolazione rapportata ad un dato territorio vanno considerate in quanto utili nella circoscrizione dei termini della propria indagine, relativamente all’obiettivo. Il che si traduce per l’urbanista nell’espletazione della fase analitica del progetto di sviluppo locale autosostenibile mediante la definizione/identificazione del territorio o dell’area di intervento in questione.
La fase analitica deve procedere all’individuazione delle fonti di informazione utili e alla verifica delle componenti sociali significative, relativamente al territorio oggetto dell’indagine. Essa è caratterizzata dalla definizione di una corretta ottica spazio-temporale, attraverso l’individuazione della dinamica degli orizzonti sul lungo periodo nel contesto di un approccio storico-conoscitivo. Per ogni comunità esistono dinamiche precise di questi orizzonti sulla lunga durata, che l’urbanista deve essere in grado di ricostruire utilizzando innanzi tutto la bibliografia storica relativa. Le fonti orali, opportunamente impiegate, gli potranno permettere di completare il quadro d’insieme. La fase analitica non deve limitarsi ad un accumulo di dati di vario genere ma espletarsi nella lettura corretta e nell’interpretazione di questi dati correlati. La relazione preliminare, che ne costituisce la dimensione descrittiva, deve riuscire a rendere attraverso carte, schede, testi, le specificità della dinamica locale-generale, che si sono evidenziate nell’organizzazione dei dati raccolti, in un’ottica di lungo periodo e con un linguaggio che riesca a far apparire chiaramente i nodi problematici apparsi nel delinearsi dei comportamenti, delle pratiche, degli atteggiamenti. Attraverso le tappe caratterizzanti la definizione/identificazione del territorio (inserimento sul terreno; definizione della corretta ottica spazio-temporale; quadro storico di insieme; identificazione delle manifestazioni della coscienza di appartenenza) il materiale raccolto (dati quantitativi diversi, documentazione storica, informazioni provenienti da interviste e questionari…) sarà organizzato secondo uno schema motivante, che costituirà anche l’ossatura di riferimento della relazione, così definito: contesto problematico e quadro di riferimento storico generale; elementi apparentemente determinanti contestualizzati in una descrizione del quadro sociale contemporaneo (stratificazione sociale, compresenze generazionali, indizi di mobilità sul territorio e sociale, pratiche e comportamenti significativi, attività produttive, tipo di economia…); attori chiamati in causa.