L’architettura contemporanea è imprigionata dal muro di gomma di immagini sorde ad ogni relazione con il mondo reale.
Nei rari microcosmi, riconoscibili all’interno dello spazio che rimane, l’architettura può forse ricomporre,
secondo misure, le mutazioni delle cose.
Il lavoro critico e progettuale del laboratorio si sviluppa in un itinerario italiano, quasi un urgente Grand Tour, attraverso cui raccogliere, nel progetto, ciò che del paesaggio è pronto a salvarsi.
Contenuto del corso - Parte C
«Quant aux hétérotopies proprement dites, comment pourrait-on les décrire, quel sens ont-elles? On pourrait supposer, je ne dis pas une science parce que c'est un mot qui est trop galvaudé maintenant, mais une sorte de description systématique qui aurait pour objet, dans une société donnée, l'étude, l'analyse, la description, la " lecture " , comme on aime à dire maintenant, de ces espaces différents, ces autres lieux, une espèce de contestation à la fois mythique et réelle de l'espace où nous vivons; cette description pourrait s'appeler l'hétérotopologie.»
Michel Foucault, Des espaces autres
Pronunzie veneziane è la sigla che riassume il tema del laboratorio. Esso si organizza secondo due modalità che si offrono quali varianti di temi proposti nella 14° Biennale di Architettura di Venezia. Absorbing Modernity: declinazioni della ricerca architettonica italiana nel secolo trascorso; Innesti/Grafting: costruire sul costruito, architettura come esercizio su palinsesti complessi quanto fragili.
- Paolo Zermani, Identità dell’architettura, Voll. I – II, Officina Editore, Roma, 1995 – 2002.
- Paolo Zermani. Costruzioni e Progetti, Electa, Milano, 1999.
- Paolo Zermani. Architetture 1983-2003, Edizioni Diabasis, Reggio Emilia, 2003.
- Paolo Zermani. Architetture italiane e altri progetti , Facoltà di Architettura di Cesena, Tielleci Editore, 2004.
- Paolo Zermani. Archiitecture in the italian landscape , Lo Spazio Gallery, New York, 2004.
- Paolo Zermani. Spazi sacri , Facoltà di architettura di Genova, Tielleci Editore, 2004.
- Paolo Zermani, L’unità del tempo architettonico, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Firenze, 2005.
- Paolo Zermani, Montaggio e verità, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni
Diabasis, Firenze, 2006.
- Paolo Zermani, La strada per Ravenna, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni Diabasis, Firenze, 2007.
- Paolo Zermani, Le tracce e la sparizione, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni Diabasis, Firenze, 2008.
- Giovanni Chiaramonte, Paolo Zermani. Contemporaneità delle rovine. Misure del paesaggio occidentale
Catalogo della mostra, Novara, Tielleci Editore 2007.
- Giovanni Charamonte,Paolo Zermani. Misura sacra, Catalogo della mostra, Galleria dell’architettura italiana, Edizioni Diabasis, Firenze, 2009.
- Paolo Zermani, Oltre il muro di gomma, Diabasis, Reggio Emilia, 2010.
- AND 21. Paolo Zermani. Disegno e identità, numero monografico a cura di P. Di Nardo, Firenze 2011.
BIBLIOGRAFIA AGGIUNTIVA
- Martin Heidegger, "Soggiorni. Viaggio in Grecia", Ed. Guanda, 1997
- Henry James, "L'altare dei morti", Ed. Adelphi, 1988
- Orhan Pamuk, "La valigia di mio padre", Ed. Einaudi, 2007
- Andrej Tarkovskij, "Scolpire il tempo", Ed. Ubulibri, 1988
Dziga Vertov, L’occhio della rivoluzione. Scritti dal 1922 al 1942, a cura di P. Montani, Misesis, Milano 2011
Adolfo Bioy Casares, La invención de Morel (1940) trad. it. di L. Bacchi Wilcock, L’invenzione di Morel, Bompiani, Milano 2000.
Michel Foucault, Utopie eterotopie (1966), a cura di A. Moscati, Cronopio, Napoli 2006.
Michel Foucault, Des espaces autres (1967), a cura di S. Vaccaro, Spazi altri. I luoghi delle eterotopie, Misesis, Milano 2000.
La Biennale di Venezia 14° Mostra Internazionale di Architettura. Fundamentals catalogo della mostra, Marsilio, Venezia 2014.
La Biennale di Venezia 14° Mostra Internazionale di Architettura. Innesti Grafting catalogo del padiglione italiano, Marsilio, Venezia 2014.
Alvise Zorzi, La Repubblica del Leone. Storia di Venezia, Bompiani, Milano 2001.
Ennio Concina, Storia dell’architettura di Venezia dal VII al XX secolo, Electa, Milano 2003.
Obiettivi Formativi - Parte A
Obiettivo del laboratorio è la ricerca, attraverso il progetto, di una nuova misura, con particolare riferimento ai caratteri originali dell’architettura e della città italiana.
Le trasformazioni indotte dal nostro secolo hanno sovvertito le categorie canoniche del progetto, dal classico
al moderno recente. La nuova identità può essere rinvenuta solo attraverso una rinnovata misura che rilevi e
trasmetta la mutata distanza delle cose.
Obiettivi Formativi - Parte C
Il laboratorio è educazione al progetto attraverso la pratica del progetto stesso; intendiamo mostrare come la divinazione, l’intuizione di un oggetto architettonico sia fenomeno che cade in un processo formativo, in un fare prolungato, in una esecuzione in corso: un graduale prender corpo (in tale universo semantico il precetto ha radice poietica, una vocazione operativa e non normativa). La scala di intervento scelta è quella del manufatto a vocazione collettiva di medie dimensioni calato in un contesto di grande valore ambientale e storico.
Prerequisiti - Parte A
Aver sostenuto tutti gli esami propedeutici, aver acquisito gli strumenti della composizione architettonica, buona conoscenza delle tipologie edilizie, buone capacità di disegno, buona conoscenza della storia dell'architettura contemporanea.
Prerequisiti - Parte C
Quelli previsti dal corso di studi
Metodi Didattici - Parte A
L’attività di progetto sarà preceduta e integrata da una sequenza di lezioni teoriche.
Tema del laboratorio sarà la progettazione di un’architettura, consistente in una nuova chiesa nel territorio della ‘piana’ di Firenze.
Da quello smarrito luogo di arrivo contemporaneo si vede, in distanza, la città museo per eccellenza.
Nella prova progettuale l’interrogazione sull’identità avverrà quindi in un contesto fortemente degradato della città: luogo nel quale più che l’essenza di una tradizione si manifestano l’assenza della stessa o la sua
nuova distanza.
Alla lunga durata dei riferimenti pare sostituirsi la breve durata dell’imminenza e della necessità.
Ma la distanza non è cancellazione. Anche in questi casi si può rintracciare un’identità che sia alternativa ai
gesti ed ai commenti eclatanti.
Si tratta di raggiungere, per questa sintesi, un equilibrio, affinché si produca la vita nelle forme.
Quel che ci era dato nelle presenza può essere letto nell’assenza, quel che ci rassicurava nel pieno può
essere riconosciuto nel vuoto.
Elaborati grafici richiesti:
- Planimetria dell’opera nel contesto scala 1:1000
- Planimetria di relazione con lo spazio esterno 1:500
- Piante di tutti i livelli 1:100
- Sezioni 1:100
- Prospetti 1:100
- Modello di inserimento 1:500
- Modello 1:100
- Vedute prospettiche
- Relazione di progetto (una cartella)
Metodi Didattici - Parte C
Il fulcro del laboratorio è costituito dal lavoro che origina, matura e acquista fisionomia riconoscibile in aula, attraverso un fare in comune (timbro operativo dell’insegnamento nel mondo delle “arti e mestieri”); esso si articola fondamentalmente secondo due linee, comunque solidali e tra loro corrispondenti. Una prima fatta di comunicazioni, interventi critici, presentazione di casi studio esemplari; una seconda centrata sull’analisi e sulla discussione delle proposte progettuali elaborate dagli allievi secondo le modalità dell’interrogazione e del colloquio. Tra gli strumenti di costruzione e comunicazione del progetto il modello tridimensionale di studio sarà valutato come elemento di primaria importanza nella comprensione dell’ipotesi progettuale in fieri e della sua stessa possibile e necessaria trasmissione.
Altre Informazioni - Parte C
L’origine e il fine del laboratorio si toccano nella forma del progetto di architettura. Ad esso, durante lo svolgersi del corso, saranno affiancate delle indagini ausiliari:
- 1 modello 10 immagini – presentazione, secondo la kahniana distinzione di Form e Design, del konzept della proposta progettuale attraverso un piccolo modello, sintesi di un’idea, e dieci diapositive (riferimenti generali/Venezia – insediamento/valori plastici/distribuzioni funzioni/materie).
- Absorbing Modernity – la realizzazione di modelli di edifici o sezioni di essi riferibili al novecento italiano come accesso alla comprensione delle molte espressioni e ricerche presenti nel vasto recinto del moderno; un sostegno per esercizi sotto il segno del “far-come” o “dell’imitazione trasformatrice”.
- Quaderno rosso – redazione di un notebook attraverso la fotografia digitale ed il breve scritto; suo filo conduttore la descrizione delle eterotopie scovate o ipotizzate nei paesaggi della contemporaneità (quaderno moleskine con cover rossa formato 12,8x21 compilato in tutte le sue pagine).
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
Oltre le revisioni di carattere collettivo in aula, si terranno a cadenza settimanale le revisioni individuali.
Gli studenti dovranno sempre presentarsi alle revisioni individuali muniti di modello di studio e disegni in
scala opportuna. L’esame consisterà nella discussione del progetto elaborato.
Modalità di verifica apprendimento - Parte C
La verifica dei risultati sarà condotta attraverso il confronto – paragone – delle diverse ipotesi progettuali messe a punto nell’atelier; gli allievi avranno una medesima cornice temporale per esporre e argomentare le scelte compiute: riferimenti culturali, priorità individuate, strategie in atto, risultati conseguiti. Nella valutazione del lavoro svolto tutte le attività ospitate nel laboratorio - esercitazioni, studi, presentazioni - concorreranno alla formulazione di un giudizio finale di merito. Alla prova finale ogni gruppo dovrà dunque consegnare una copia cartacea formato A4 della proiezione “1 modello 10 immagini”, il modello di sintesi, i tre quaderni rossi, le tavole secondo lay-out le maquettes, un dvd contenente i files originali. Una particolare attenzione sarà concessa non solo all’aspetto concettuale e ideativo del comporre ma parimenti alla cura e alla precisione raggiunta negli elaborati grafici e nei modelli tridimensionali prodotti per la sua rappresentazione.
Programma del corso - Parte A
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL'ARCHITETTURA V
Prof. Paolo Zermani
Programma A. A. 2014/2015
CONTENUTI
L’architettura contemporanea è imprigionata dal muro di gomma di immagini sorde ad ogni relazione con il
mondo reale.
Nei rari microcosmi, riconoscibili all’interno dello spazio che rimane, l’architettura può forse ricomporre,
secondo misure, le mutazioni delle cose.
Il lavoro critico e progettuale del laboratorio si sviluppa in un itinerario italiano, quasi un urgente Grand Tour, attraverso cui raccogliere, nel progetto, ciò che del paesaggio è pronto a salvarsi.
OBIETTIVI DEL LABORATORIO
Obiettivo del laboratorio è la ricerca, attraverso il progetto, di una nuova misura, con particolare riferimento ai caratteri originali dell’architettura e della città italiana.
Le trasformazioni indotte dal nostro secolo hanno sovvertito le categorie canoniche del progetto, dal classico
al moderno recente. La nuova identità può essere rinvenuta solo attraverso una rinnovata misura che rilevi e
trasmetta la mutata distanza delle cose.
MODALITA’ DELLA DIDATTICA
L’attività di progetto sarà preceduta e integrata da una sequenza di lezioni teoriche.
Tema del laboratorio sarà la progettazione di un’architettura, consistente in una nuova chiesa nel territorio della ‘piana’ di Firenze.
Da quello smarrito luogo di arrivo contemporaneo si vede, in distanza, la città museo per eccellenza.
Nella prova progettuale l’interrogazione sull’identità avverrà quindi in un contesto fortemente degradato della città: luogo nel quale più che l’essenza di una tradizione si manifestano l’assenza della stessa o la sua
nuova distanza.
Alla lunga durata dei riferimenti pare sostituirsi la breve durata dell’imminenza e della necessità.
Ma la distanza non è cancellazione. Anche in questi casi si può rintracciare un’identità che sia alternativa ai
gesti ed ai commenti eclatanti.
Si tratta di raggiungere, per questa sintesi, un equilibrio, affinché si produca la vita nelle forme.
Quel che ci era dato nelle presenza può essere letto nell’assenza, quel che ci rassicurava nel pieno può
essere riconosciuto nel vuoto.
Elaborati grafici richiesti:
- Planimetria dell’opera nel contesto scala 1:1000
- Planimetria di relazione con lo spazio esterno 1:500
- Piante di tutti i livelli 1:100
- Sezioni 1:100
- Prospetti 1:100
- Modello di inserimento 1:500
- Modello 1:100
- Vedute prospettiche
- Relazione di progetto (una cartella)
MODALITA’ DELLE PROVE DI VERIFICA INTERMEDIE E FINALI
Oltre le revisioni di carattere collettivo in aula, si terranno a cadenza settimanale le revisioni individuali.
Gli studenti dovranno sempre presentarsi alle revisioni individuali muniti di modello di studio e disegni in
scala opportuna. L’esame consisterà nella discussione del progetto elaborato.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
- Paolo Zermani, Identità dell’architettura, Voll. I – II, Officina Editore, Roma, 1995 – 2002.
- Paolo Zermani. Costruzioni e Progetti, Electa, Milano, 1999.
- Paolo Zermani. Architetture 1983-2003, Edizioni Diabasis, Reggio Emilia, 2003.
- Paolo Zermani. Architetture italiane e altri progetti , Facoltà di Architettura di Cesena, Tielleci Editore, 2004.
- Paolo Zermani. Archiitecture in the italian landscape , Lo Spazio Gallery, New York, 2004.
- Paolo Zermani. Spazi sacri , Facoltà di architettura di Genova, Tielleci Editore, 2004.
- Paolo Zermani, L’unità del tempo architettonico, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Firenze, 2005.
- Paolo Zermani, Montaggio e verità, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni
Diabasis, Firenze, 2006.
- Paolo Zermani, La strada per Ravenna, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni Diabasis, Firenze, 2007.
- Paolo Zermani, Le tracce e la sparizione, in “Identità dell’architettura italiana”, Catalogo del Convegno, Edizioni Diabasis, Firenze, 2008.
- Giovanni Chiaramonte, Paolo Zermani. Contemporaneità delle rovine. Misure del paesaggio occidentale
Catalogo della mostra, Novara, Tielleci Editore 2007.
- Giovanni Charamonte,Paolo Zermani. Misura sacra, Catalogo della mostra, Galleria dell’architettura italiana, Edizioni Diabasis, Firenze, 2009.
- Paolo Zermani, Oltre il muro di gomma, Diabasis, Reggio Emilia, 2010.
- AND 21. Paolo Zermani. Disegno e identità, numero monografico a cura di P. Di Nardo, Firenze 2011.
BIBLIOGRAFIA AGGIUNTIVA
- Paolo Zermani, "Oltre il muro di gomma", Ed. Diabasis, 2010
- Romano Guardini, "Lettere dal Lago di Como. La tecnica e l'uomo", Ed. Morcelliana, 2001
- Orhan Pamuk, "La valigia di mio padre", Ed. Einaudi, 2007
- Henry James, "L'altare dei morti", Ed. Adelphi, 1988
- Andrej Tarkovskij, "Scolpire il tempo", Ed. Ubulibri, 1988
- Martin Heidegger, "Soggiorni. Viaggio in Grecia", Ed. Guanda, 1997
Programma del corso - Parte C
«Et per compita securtà de ditto posto, sana utilissimo il far nella punta della Velma che è tra i due canali, cioè quello che viene a Poeggia et l’altro che è un dritto verso Pieve di Sacco, un maschio, sul quale potessero stare 10 o 12 pezzi d’artiglieria grossa, et questo credo bisognasse farlo di muro, almeno un pezzo sopra acqua, rispetto alle botte del mare, et questo si handrebbe a guardar in ogni tempo benché ne andarebbe poca guardia».
“Miscellanea Codici” cod.393.f.1 e seg. (1570, 2 e 21 giugno, 10 e 20 dicembre e 1571, 23 gennaio e 24 marzo (Archivio di Stato di Venezia).
L’ottagono degli Alberoni è struttura insulare in fronte al porto di Malamocco all’estremo meridionale del Lido di Venezia. Costruito nell’anno 1572 da l’ingegnere militare veronese Malacrida, allievo del Sammicheli che probabilmente nel 1550 era stato incaricato dal Pallavicino di disegnarlo. Esso ebbe sempre la funzione di bastione avanzato armato e munito sino al XVII° secolo; notizie di seconda mano informano che durante una parte del XVIII° secolo il fortino, cessata la sua funzione militare difensiva per l’accresciuta potenza dei mezzi di offesa, venne abitato da un esiguo numero di frati che in esso stabilirono un piccolo convento. Essi cercarono di riattare il fortino andato assai in malora per “le botte del mare” o dei venti, sino a che ne furono allontanati nei primissimi anni del 1800 quando cadde sotto il controllo dei francesi di Napoleone. V’è nel fortino una lapide appunto del 1803 (?) che ricorda come fosse il forte ricostruito, meno forse il perimetro di base che è indubbiamente Sammicheliano e adibito a deposito di polveri o munizioni, e tale rimase sotto la dominazione austriaca. L’Archivio di Stato possiede una Mappa di Malamocco redatta dalla Direzione del Censo di Venezia nel 1808. (Giunta del Censimento di Milano - Parte Veneta - Mappe di primo rilievo). L’ottagono appare in detta mappa con la dicitura “fisolo” dal canale omonimo.
Tema del corso è il progetto di una sala cinematografica di medie dimensioni nel perimetro dell’isola e della banchina di servizio per l’arrivo dei visitatori. Delle preesistenze tardo ottocentesche e successive superfetazioni si devono mantenere le sole parti più antiche da integrare poi nel nuovo assetto. Funzioni accessorie: caffetteria, bookstore, direzione e ufficio personale. Spazi serventi: piccolo magazzino e toilette. La vocazione collettiva del complesso determina altresì l’urgenza di porre la massima cura nella configurazione degli spazi aperti e del giardino, dove si può immaginare un’ area da destinare a proiezioni e readings nella bella stagione.
Elaborati
Agli allievi del corso sarà consegnato un lay-out come guida del materiale grafico da redigere (file .indd) – numero e dimensione delle tavole, caratteri, contenuti. I modelli tridimensionali saranno realizzati interamente in carton legno.