Gli argomenti trattati riguardano esperienze progettuali, contemporanee o del passato, della ricerca italiana o meno, caratterizzate da una riconoscibile valenza “maieutica”: lettura di progetti tra analogie e poetiche, indagando l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza. Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto verrà studiato nelle sue diverse ed inaspettate declinazioni storiche. Su tali temi sono previsti seminari e lezioni di esperti.
Contenuto del corso - Parte B
Nel degrado del paesaggio urbano e naturale, nello smarrimento teorico occorre lavorare sul rinnovamento della nostra tradizione urbanistica e progettuale. Il radicamento nei luoghi chiede un approccio che si confronti con i tessuti e gli spazi di città e paesaggio, con i loro sistemi di relazione, con i caratteri e le figure della composizione urbana e della sua architettura. Il Laboratorio affronta con gli strumenti del progetto urbano le trasformazioni del paesaggio.
Contenuto del corso - Parte C
Agli studenti viene offerta la possibilità di sperimentare le potenzialità della luce nella formazione dello spazio architettonico per mezzo di un processo progettuale che assume la luce come dato costituivo dello spazio architettonico ed è intesa come artefice dell’architettura stessa.
Dalla piccola dimensione alla scala urbana, il laboratorio sperimenta tutte le scale del progetto di architettura.
C. Martì Arìs, Silenzi eloquenti, Marinotti Edizioni, Milano, 2007
F. Venezia, Architetture in Sicilia 1980-1993, a cura di B. Messina, Clean, Napoli 1983
MG Eccheli, A Pireddu (a cura di) Oltre l’Apocalisse, FUP 2016
MG Eccheli, R Campagnola, Architetture, topografie leggendarie, Firenze, 2008
R. Campagnola, Il tempo dell’architettura, in “Storia e Composizione”, Parma, 2005
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2016, numero dedicato a “PIU’ con MENO”
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2015, numero dedicato a ”LC a Firenze”
FIRENZE ARCHITETTURA 1-2015, numero dedicato a “Costruire con poco”
FIRENZE ARCHITETTURA 1-2011, numero dedicato al “Mito Mediterrane
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2009, numero dedicato a “La maschera”
MG Eccheli, Il viaggio, in FIRENZE ARCHITETTURA 1-2004
CASABELLA 575_576 1991 numero dedicato al paesaggio
E. Detti – G.F. Di Pietro – G. Fanelli, Città murate e sviluppo contemporaneo, CISCU, Lucca 1968
S. Settis, Paesaggio Costituzione, Cemento, Einaudi, 2010
Eugenio Turri, Il paesaggio come teatro” Marsilio,Venezia 2010 (prima ed.1998)
E. Sereni, Storia del paesaggio agrario italiano, Laterza, Bari 2010 (prima ed.1961)
A. BENJAMIN, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino 2000 (prima ed.1966)
J-L-BORGES “L’altro, lo stesso” Adelphi, 2002
J-W. GOETHE, Viaggio in Italia, Vallecchi, 1955
G. LEOPARDI, Zibaldone di Pensieri, Mondadori, 2004
PP. PASOLINI, La lunga strada di sabbia, Contrasto, 1998
G. SIMMEL, Saggi sul paesaggio, Armando, 2006
Moneo R., La solitudine degli edifici e altri scritti, Umberto Allemandi 1999
Rossi Prodi F., Carattere dell’architettura toscana, Officina 2003
Rossi Prodi et al., Abitare Sociale – modelli architettonici e urbanistici per l’housing, Alinea 2013
Ingersoll R., Sprawltown, Meltemi ed. 2004
"Spazio, Luce, Architettura"_Firenze, Noèdizioni_2009
"La Forma della luce"_Firenze, Noèdizioni_2015
Obiettivi Formativi - Parte A
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi ad un progetto che - a partire dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di CASTIGLIONCELLO - ne sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel démone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici.
Delineare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
Obiettivi Formativi - Parte B
Le finalità del Laboratorio riguardano la messa a punto degli strumenti e delle strategie di intervento di progettazione urbanistica e urbana per alcune aree-problema che saranno indicate durante il corso, attraverso la messa a punto di un masterplan e poi di progetti architettonici, su alcuni problemi specifici: i “vuoti” esistenti, le aree dimesse, i nuovi monumenti per il tempo libero, la nuova forma della residenza e dell’housing sociale, le strips sature di accesso ai centri abitati, le aree di frangia delle infrastrutture, le nuove aree naturali urbane.
Prerequisiti - Parte A
Aver sostenuto gli esami prescritti dalle propedeuticità del regolamento didattico della scuola e aver maturato capacità sufficienti nella rappresentazione grafica e nell'elaborazione di modelli.
Prerequisiti - Parte B
er sostenuto gli altri esami di Laboratorio di Progettazione, aver acquisito gli strumenti della composizione architettonica, buona conoscenza delle tipologie edilizie, buone capacità di disegno, buona capacità di modellazione tridimensionale e buona conoscenza dei relativi programmi computer, buona conoscenza della storia dell’architettura contemporanea.
Metodi Didattici - Parte A
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema dell’Appennino (si veda il programma di Maddalena Rossi): la restituzione di entrambi i temi avverrà mediante schizzi e modelli.
Successivamente, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.
Metodi Didattici - Parte B
Alle riflessioni critiche sulla nascita e lo sviluppo del pensiero urbanistico, alle definizioni teoriche, alla descrizione delle diverse posizioni critiche e delle esperienze di interventi contemporanei di urbanistica e progettazione urbana, si affiancherà una sperimentazione progettuale collettiva e poi individuale, che deve muovere dal rispetto delle regole di formazione della città, dalle problematiche funzionali e dei sistemi di relazione, dalle necessità operative di intervento, dal risparmio energetico, ma anche dalla necessità di esprimere con l’architettura e le forme urbane e dello spazio i valori dell’arte e della civiltà contemporanee.
Metodi Didattici - Parte C
Il laboratorio si articola in lezioni frontali e tre esercitazione progettuali
Modalità di verifica apprendimento - Parte B
La verifica avverrà mediante esercitazioni di gruppo e individuali durante l’anno per i diversi step di approfondimento, poi con la redazione di un masterplan e infine di un progetto architettonico riguardante una parte del masterplan.
La verifica riguarderà gli elaborati presentati.
Modalità di verifica apprendimento - Parte C
discussione dei progetti svolti durante l'anno
Programma del corso - Parte A
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA IV E URBANISTICA II AA 2016_2017
MARIA GRAZIA ECCHELI progettazione dell’architettura
MADDALENA ROSSI urbanistica
Tutors: Caterina Lisini, Arba Baxhaku, Claudia Cavallo, Elena Pazzaglia
Tema del Corso: L’ARCHITETTURA NEI PAESI IN ABBANDONO
Luogo del Progetto: CASTIGLIONCELLO DI FIRENZUOLA
“Capimmo così che il paesaggio non è soltanto, come lo intendono i geografi, lo spazio fisico costruito dall’uomo per vivere e produrre, ma anche il teatro nel quale ognuno recita la propria parte facendosi al tempo stesso attore e spettatore.” (E. Turri)
Gli studenti verranno accompagnati nel Borgo silente, luogo di antichi e ancora attuali confini, e quasi sospeso tra due solchi vallivi appartenenti a regioni diverse: scosceso e boscoso il toscano, meno accidentato e coltivato l’emiliano.
Solchi percorsi dal Santerno, un fiume che allarga il suo greto nell’incontro con la cascata del Rio dei Briganti, le cui acque, bagnando la parete dell’Appennino, hanno disegnato, nel tempo, una sorprendente facciata di pietra.
Sulla crosta strettissima di confine, l’uomo, secondo un rito sacro, aveva inciso nel terreno un segno che, in direzione nord-sud, sembra assecondare il senso dell’impervia natura morfologica del luogo; aveva inoltre scavato pietre per innalzare pareti e muri di una “.adesione immediata e diretta al colore del paesaggio” come parte di un disegno “che deriva dall’uso dominante dei materiali ricavabili localmente come la pietra o l’argilla per la fabbricazione dei mattoni o il legno”. (E. Turri)
Ma oggi Castiglioncello è una scena teatrale in cui però gli uomini non trovano più la ragioni per le loro azioni: “. chi ha abitato un luogo, lo ha coltivato, misurato; vi ha costruito ciò che era necessario, assecondando quelle forme e, a partire da quelle forme, ri-disegnandolo: un sapere in armonia con una natura che non sempre è stata una buona madre. a volte infida o misteriosa”. (E. Turri)
Il tempo si è fermato in quel borgo: dogana di frontiera, confine del Granducato con la Romagna Imolese. Tra cumuli di sassi, sopravvivono lacerti di mura, camini in stanze senza soffitto, che raccontano di un mondo altro.
È questo il luogo di progetto scelto dal nostro laboratorio perché –come ebbe a ricordare Franco Arminio– “queste aree spopolate e senza più collegamenti e servizi. possono divenire luoghi di innovazione sociale e culturale. sono Isole in cui c’è un senso di Altrove.”. Il ri-progettare sarà più appropriato quanto più l’attore “saprà guardare, cogliere il senso del paesaggio in cui inserire la sua opera, interpretare gli ordini territoriali sottesi,. la dimensione storica, geografica e sociale del paesaggio stesso.“(E. Turri).Un frammento di paesaggio in cui affiorano tracce di quel sapere costruire con la materia scavata in loco e in cui la magia di una contemporaneità si misura con il sottile fascino della rovina.
OBIETTIVI DEL CORSO
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi ad un progetto che - a partire dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di CASTIGLIONCELLO - ne sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel démone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici.
Delineare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
ARGOMENTI TRATTATI
Gli argomenti trattati riguarderanno esperienze progettuali caratterizzate da una riconoscibile valenza “maieutica”: lettura di progetti tra analogie e poetiche, il continuare l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza.
Si tratti di progetti contemporanei o del passato, della ricerca italiana o meno, riconosceremo gli esiti migliori in quelli in cui il dato archeologico, vero o virtuale, sia venuto a trasformarsi nella pietra angolare della costruzione, tramite la riscoperta della sorprendente capacità educativa ed evocativa propria dell’immaginazione.
Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto verrà studiato nelle sue diverse ed inaspettate declinazioni storiche: (si veda, ad esempio, il senso o il significato della storia nei “rilievi” lecorbuseriani –i famosi cahiers de voyage–)
Su tali temi, sono previsti seminari e/o lezioni di esperti.
MODALITÀ’ DELLA DIDATTICA E DELLE ESERCITAZIONI
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema dell’Appennino (si veda il programma di Maddalena Rossi): la restituzione di entrambi i temi avverrà mediante schizzi e modelli.
Successivamente, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.
Programma del corso - Parte B
UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Facoltà di architettura.
Corso di laurea LM-4 c.u.
A.A. 2016/2017
Laboratorio di Progettazione dell’architettura IV e Urbanistica II (18 CFU)
Prof. Fabrizio Rossi Prodi: Progettazione Urbana e Composizione Architettonica
PREMESSA
La cultura architettonica italiana ha costituito nei secoli un luogo di elaborazione di caratteri originali, che si sono riprodotti e trasmessi secondo un percorso dello spazio e della forma mantenutosi chiaro e riconoscibile, nella combinazione tra bellezza della natura e opera dell’uomo.
Negli ultimi decenni la condizione contemporanea dell’architettura e della città si è sviluppata, sulla scena internazionale e all’interno di un generale processo di globalizzazione, attraverso l’attitudine a una commercializzazione acritica dell’architettura, considerata come prodotto indifferenziato e universalmente vendibile frutto di modelli di pensiero seriale e di meccanismi di mercato e di consumo. A fronte di una situazione di estraneità alla preziosa e delicata matrice del paesaggio italiano, è utile tornare a lavorare sul radicamento nei luoghi, sui temi dell’identità e dei caratteri delle forme insediative e dell’architettura. Poiché la dequalificazione del paesaggio naturale e costruito sono la premessa per il degrado sociale, il Laboratorio affronta, con gli strumenti critici e del progetto, il tema del ruolo etico che l’urbanistica e l’architettura possono svolgere a fronte della incombente dissoluzione della città e del territorio, a salvaguardia dell'identità urbana e del paesaggio, per disegnare forme e relazioni che incarnino principi e valori civili capaci di restituire dignità ai luoghi dell’abitare.
Occorre riversare nella nuova città la qualità dei nostri centri antichi, integrarne gli strumenti con quelli dell’architettura moderna e contemporanea, sfruttando le residue occasioni possibili per rigenerare o creare una rete di elementi e luoghi significativi come condensatori di qualità urbana, sulla base dei principi di nuova centralità, di figurabilità urbana, di interconnessione funzionale e di “città aperta” nei suoi rapporti con la natura e il paesaggio, ma occorre anche introdurre dei simboli riconoscibili che soddisfino la domanda di architettura, di arte, e di proiezione nel futuro.
OBIETTIVI DEL CORSO
Questo Laboratorio ha l’obiettivo di formare gli allievi ad elaborare un progetto completo e maturo (integrato) di rigenerazione urbana di carattere interdisciplinare e multiscalare, nel quale cioè il programma (di funzioni, quantità, localizzazioni, tracciati), il disegno urbano e quello architettonico dei singoli organismi siano fra loro profondamente integrati ed esprimano appieno i valori civili e la dignità dell’abitare.
Le nozioni di recupero e di riqualificazione della città esistente si sono affermate da molti anni in rapporto ad una domanda diffusa, ma la prassi del progetto che le rappresenta non si è evoluta adeguatamente generando anche una divaricazione fra il momento urbanistico e quello progettuale e non è oggi in grado di contribuire a guidare le rilevanti e complesse trasformazioni urbane contemporanee. Così gli attuali programmi di trasformazione finiscono col subordinare gli interessi generali e la qualità ambientale agli interessi particolari e speculativi con risultati di dispersione, congestione e frammentazione urbana; sottodotazione di spazi pubblici e di servizi civili; banalizzazione delle funzioni. In questo quadro si è andata consolidando una prassi che vede la netta separazione fra il momento urbanistico e quello di progettazione architettonica, che il Laboratorio si propone di avversare ricomponendo i due saperi e le due pratiche progettuali in un continuum integrato. Ma certamente la ricomposizione non potrà avvenire se il progetto non ritrova la centralità dello spazio urbano come strumento di interpretazione e di espressione e non torna ad assumere consapevolmente come presupposti del conoscere e del fare i principi di preesistenza ambientale, di sistema dei luoghi, di ricomposizione paesaggistica, di interpretazione della reale domanda sociale e il metodo del progetto urbano e architettonico come modificazione.
Fornendo anche i necessari riferimenti teorici e di metodo il Laboratorio si propone pertanto di rilanciare valori e immagini della città come bene comune, mediante progetti integrati che iscrivono il problema della qualità delle singole trasformazioni nel quadro di un effettivo e diffuso miglioramento della qualità di tutto l’ambiente e perciò sono capaci di confrontarsi con maggior precisione e pertinenza con l’effettiva domanda sociale. Al riguardo il Laboratorio assegna al coordinamento fra programma urbanistico, disegno urbano e architettura un ruolo determinante per la qualità ambientale. Sintetizzando i risultati della tradizione classica della cultura urbana con quelli che derivano dalla rivisitazione critica del Movimento Moderno, si persegue anche una sostanziale continuità e interazione fra le diverse fasi del progetto.
ARGOMENTI TRATTATI
Gli argomenti del Laboratorio riguardano la rigenerazione urbana della città contemporanea. Le comunicazioni, dopo l’introduzione e la presentazione del programma generale, sono articolate su due campi di riflessione:
- da un lato esse sono volte a definire gli apparati metodologici e teorici, i principi e i valori da riversare nell’attività operativa del progetto a partire dalla critica dei limiti della prassi vigente di recupero e riqualificazione (caratteri e tendenze del progetto della città contemporanea; nuovi strumenti di attuazione del progetto di città; localismo e internazionalismo nell’architettura contemporanea; modelli di recupero dei caratteri identitari del paesaggio urbano contemporaneo; metodi di partecipazione e di confronto con gli abitanti, ecc.);
- dall’altro esse illustrano metodi e modelli di interventi realizzati emblematici: leggi specifiche e piani di città, progetti di interventi, di ristrutturazione di aree dismesse, di recupero di waterfronts e di aree periferiche.
MODALITA’ DELLA DIDATTICA
Il Laboratorio è organizzato in tre moduli distribuiti nei due semestri.
Ogni semestre viene introdotto da lezioni che illustrano nozioni teoriche ed esperienze emblematiche ed è accompagnato da esercitazioni applicate.
I tre moduli costituiscono il progetto integrato di tutto il Laboratorio, articolato in due fasi corrispondenti a strumenti diversi. Tale progetto riguarderà la rigenerazione di un’area complessa, ossia un’area dove la frammentazione delle proprietà, la varietà delle funzioni, la compresenza di problemi diversi (infrastrutturali, di recupero, di ristrutturazione, di tutela di valori storico-ambientali) richiedono che i singoli progetti di architettura siano inquadrati in un disegno coerente di insieme.
Il primo semestre è dedicato all’elaborazione di un progetto urbano, ossia uno strumento intermedio fra il piano generale e il progetto di architettura, accompagnato da un master plan, Quest’ultimo è una premessa necessaria al progetto urbano e contiene l’interpretazione del sito e il programma generale in rapporto alla scala urbana e alla città (localizzazione delle funzioni, quantità, densità, tracciato delle infrastrutture, sistema degli spazi pubblici). In caso di un piano generale ben fatto, questa premessa può essere dedotta, altrimenti dovrà essere costruita dalla critica del piano generale.
Nel secondo semestre la seconda fase del progetto integrato corrisponde ai progetti architettonici di alcune porzioni dell’insieme o degli organismi più importanti.
I due strumenti, per quanto focalizzati su obiettivi diversi, non sono separati in parti autonome e successive, ma sono uniti da riferimenti culturali comuni e ricomposti da un metodo coerente che connette le diverse scale di intervento. In ogni fase il progetto contiene un disegno di equilibrio fra le soluzioni di composizione spaziale, di compatibilità delle funzioni e le verifiche quantitative, con un diverso peso delle componenti; nelle diverse fasi il progetto si avvale di modalità di indagine e restituzione diverse, ma particolare rilievo come strumento operativo assume il ruolo della modellazione tridimensionale.
Fin dalla prima fase da un lato si valutano preventivamente quali risultati architettonici e quali trasformazioni fisiche saranno provocate dall’attuazione dei piani urbanistici, dall’altro si concepiscono gli edifici in stretto rapporto col contesto, attuando strategie di ricomposizione di frammenti di paesaggio, nella continuità con i sistemi di luoghi esistenti.
L’equilibrio fra le diverse componenti viene sottoposto a verifica e approfondimento con maggior attenzione agli aspetti di connessione morfologica col contesto e si precisano principi e valori civili inscrivendoli nel linguaggio dello spazio pubblico dei luoghi urbani e dei tipi urbani, compresi anche gli spazi intermedi.
Nella seconda fase si attua un approfondimento di una porzione del progetto a scala architettonica, sviluppando contenuti e lineamenti precedentemente tracciati e impiegando gli strumenti del linguaggio architettonico per realizzare organismi in grado di rappresentare luoghi significativi e una piena la qualità dell’abitare.
ESERCITAZIONI PROGETTUALI
Al termine del primo semestre dovrà essere prodotto un set di due-tre tavole del progetto urbano in formato A0 con planivolumetrico, viste e schemi funzionali, oltre a un book in formato A3 riportante tutta la ricerca effettuata, compresa la documentazione iconografica, la documentazione storica, cartografica e ambientale adeguata al contesto di intervento, arricchita da diagrammi, reportages e da modelli e planimetrie di progetto per il Masterplan, da tabelle, disegni a scale diverse, foto di plastici, proiezioni renderizzate, per illustrare le fondamentali intenzioni progettuali.
Al termine del secondo semestre dovranno essere prodotte altre due-tre tavole in formato A0 con il progetto architettonico dell’intervento, oltre a un book in formato A3 con scritti e immagini che illustrino le scelte progettuali relative agli aspetti funzionali e architettonici, oltre a un cd con le tavole del primo e del secondo semestre.
Un maggior dettaglio del tipo, della scala e dei metodi di restituzione degli elaborati verrà fornito durante le lezioni.
Bibliografia essenziale:
Moneo R., La solitudine degli edifici e altri scritti, Umberto Allemandi 1999
Rossi Prodi F., Carattere dell’architettura toscana, Officina 2003
Ingersoll R., Sprawltown, Meltemi ed. 2004
Altri riferimenti bibliografici:
AA.VV., Atopia e Memoria, Officina 1994
AA.VV., Costruire-Decostruire, Officina 1992
AA.VV., La ricerca contemporanea dell’abitazione, in “Lotus” n. 64/1997
Albrecht B., La città delle piazze: la sistemazione complessiva di Roma dal 1676 al 1748, in AAVV “Metmorfosi della città”, Garzanti Scheiwiller, 1995
Augè Marc, Rovine e macerie, Bollati e Boringhieri, Torino, 2004
Aymonino C., Il significato delle città, Marsilio 2000
Aymonino C., Lo studio dei fenomeni urbani, Officina Edizioni, Roma, 1977
Bacon E. N., Design of cities, Penguin books 1969
Balbo P.P., Il Progetto Urbano, Gangemi Editore,Roma, 1992
Barbieri P., Metropoli piccole, Meltemi ed. 2003
Benevolo L., Bernini e il completamento della basilica di San Pietro, in AAVV “Metmorfosi della città”, Garzanti Scheiwiller, 1995
Benevolo L., Storia della città, Laterza 1975
Berque A., All’origine del paesaggio, in “Lotus” n. 101/1999
Burrascano Marco, I frammenti della città europea. Città, architettura, progetto, Alinea 2009
Caniggia G. e Maffei G.L., Composizione architettonica e tipologia edilizia 1 Lettura dell’edilizia di base, Marsilio 1979
Cohen J.L., Saper vedere Las Vegas, in “Lotus” n. 93/1997
Cortesi I., Il parco pubblico – Paesaggi 1985/2000, Federico Motta 2000
De Finetti G., Architettura e progetto urbano, CLUP, Milano, 2004
Diotallevi I., Marescotti F., Il problema sociale costruttivo ed economico dell’abitazione, Poligono, Milano 1947
Duany, E. Plater-Zyberk e R. Alminana, The new civic art – elements of town planning, Rizzoli New York, New York 2003
Galantino M., Bath – Crescita e modificazioni nel corso del XVIII secolo, in AAVV “Metamorfosi della città”, Garzanti Scheiwiller, 1995
Giorgio Grassi - I progetti le opere e gli scritti, Electa 1996
Heynen H., Nel dubbio di poter fare la città. Gli urbanisti olandesi affrontano nuove sfide, in “Lotus” n. 96/1998
Kollhoff H., Costruzione urbana contro alloggio, in “Lotus” n. 94/1997 pp. 100-101
Krier R., Lo spazio della città, CLUP 1982
Lynch. K., L’immagine della città, Marsilio 1984
Morandi M., Fare centro, Meltemi ed., 2004
Mosser M. e Teyssot G., L’architettura dei giardini d’occidente, Electa 1990
Muratori S., Studi per un’operante storia urbana di Venezia, in “Palladio” 1959
Nicolin P., Metamorfosi dell’Architettura urbana, Electa, Milano, 1992
Panerai P., Castex J. E Depaule J., Isolato urbano e città contemporanea, CLUP 1981
Pavia R., Babele, Meltemi ed. 2002
Roger A., Vita e morte dei paesaggi, in “Lotus” n. 101/1999
Rogers E.N., Esperienza dell’architettura, SKIRA, Ginevra-Milano, 1997
Rossi A., L’architettura della città, CLUP 1978
Rossi A., Autobiografia scientifica, Pratiche Ed., Parma 1990
Rossi Prodi F., Atopia e memoria, Officina Edizioni, Roma, 1994
Rossi Prodi F., Costruire-decostruire, Officina Edizioni, Roma, 1993
Rossi Prodi et al., Abitare Sociale – modelli architettonici e urbanistici per l’housing, Alinea 2013
Secchi, B., Prima lezione di urbanistica, Laterza 2000
Sitte C., L’arte di costruire le città, Jaca Book 1980 (1889)
Smets M., Il nuovo paesaggio delle infrastrutture in Europa, in “Lotus” n. 110/2002
Venturi R., Complessità e contraddizioni nell’architettura, Dedalo 1980
Venturi R., Scott Brown D. e Izenour S., Imparando da Las Vegas, Cluva ed. 1985
Vragnaz G., Roma 1527-1621: modificazioni della città e disegno degli spazi aperti, in AAVV “Metamorfosi della città”, Garzanti Scheiwiller, 1995
Xaveer de Geyter Architects, After sprawl, NAI publisher – De Singel, Brussels 2002