Gli argomenti trattati riguardano esperienze progettuali,contemporanee o del passato,della ricerca italiana o meno,caratterizzate da una riconoscibile valenza “maieutica”:lettura di progetti tra analogie e poetiche,il continuare l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza.
Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto verrà studiato nelle sue diverse ed inaspettate declinazioni storiche. Su tali temi sono previsti seminari e/o lezioni di esperti.
Contenuto del corso - Parte D
Il lavoro del laboratorio si svolgerà intorno al delicato tema del rapporto tra architettura e paesaggio; il processo di alterazione del territorio ad opera della città contemporanea rappresenta lo stato di fatto in cui l’architetto, oggi, si trova ad operare.
Il corso è rivolto a fornire allo studente un metodo compositivo che nasca dallo studio e dal rilievo dei tratti caratteriali di un contesto per poi interpretarne il principio insediativo.
C. Martì Arìs, Silenzi eloquenti, Marinotti Edizioni, Milano, 2007
A. Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, 1936
J. L. Borges “L’altro, lo stesso” Mondadori
R. Campagnola, Il tempo dell’architettura, in “Storia e Composizione”, Parma, 2005
G. Daniel, G. Pagano, Architettura rurale italiana, Hoepli, Milano, 1936
MG. Eccheli, R. Campagnola, Architetture, topografie leggendarie, Firenze, 2008
MG. Eccheli, Il viaggio, in “Firenze architettura”, 1-2004
“Firenze Architettura” 2-2009, numero dedicato a “La maschera”
“Firenze Architettura” 2-2016, numero dedicato a “Costruire con poco”
“Firenze architettura” 1-2011, numero dedicato al “Mito Mediterraneo”
W. Goethe, Viaggio in Italia, Vallecchi, 1955
R. Moneo, La solitudine degli edifici, I e II, Allemandi, 1999
V. Gregotti, Progetto di Paesaggio, “Casabella” 575/576, 1991
P.P. Pasolini, La lunga strada di sabbia, Contrasto, 1998
B. Rudofsky, Architecture Without Architects, MoMA Press, 1964.
S. Settis, Paesaggio Costituzione, Cemento, Einaudi, 2010
Eugenio Turri, Il paesaggio come teatro, Marsilio, Ve 2010 (prima ed. 1998)
Eugenio Turri, Semiologia del paesaggio italiano, Marsilio, Ve 2014
F. Venezia, Che cos’è l’architettura. Lezioni, conferenze, un intervento, Milano, 2011
G. BARTOCCI, “Tempo della città, tempo della campagna. Esercizi di architettura”, DIDA PRESS, Firenze 2017.
G. BARTOCCI, “Gabriele Bartocci. Architetture civili”, SIDEWAYS Edizioni, Firenze 2017.
G. CANELLA, “Architetti italiani del novecento”, C. M. Edizioni, Milano 2010.
CASABELLA n.575-576, “Il disegno del paesaggio italiano”, gennaio-febbraio, Elemond Periodiici, Milano 1991.
G. FANELLI, “Firenze”, Laterza, 1990.
R. GUARDINI, “Lettere dal lago di Como, Ed. Morcelliana, Brescia 1959.
MATERIA, dal n.5 al n.23, Quarzo S.p.A., Modena.
G. PIOVENE, “Viaggio in Italia”, Baldini&Castaldi, Milano 1993.
E.N. ROGERS, “Esperienza dell’architettura”, Skira, Milano 1997.
P. ZERMANI, Identità dell’architettura italiana” Voll.I-II, Ed. Officina, Roma 1995.
P. ZERMANI, “Architettura: luogo, tempo, terra, luce, silenzio”, Electa, Milano 2015.
Obiettivi Formativi - Parte A
"Capimmo così che il paesaggio non è soltanto, come lo intendono i geografi, lo spazio fisico costruito dall’uomo per vivere e produrre, ma anche il teatro nel quale ognuno recita la propria parte facendosi al tempo stesso attore e spettatore".(E.Turri)
Si tratta di re-indagare il senso con cui gli abitanti di un luogo ne hanno coltivato e misurato il mistero, innalzando muri in una “adesione immediata e diretta al colore del paesaggio”, secondo un disegno “che deriva dall’uso dominante dei materiali ricavabili localmente, come la pietra” così docile a interpretare lo scorrere delle acque come anche la costruzione di quanto è necessario: commisurando quelle forme al senso dell’impervia natura morfologica di un Monte Baldo che si innalza dalle acque del Benaco.
Campo di Brenzone: questo il nome del luogo di progetto, narrante un’economia povera e collassata assieme a sassi messi in opera ad interpretare frammenti del paesaggio della catena montuosa. Affiora qui l’antica sapienza del costruire con un materiale scavato in loco che dona consistenza ad una volontà di mimesi del muto silenzio dei lacerti di muri le cui finestre si stagliano vuote sull’azzurro, trovando una insperata affinità con stanze sezionate a cielo aperto, quasi sempre dilaniate dagli scassi di un camino o di una scala ormai impossibile. seguendo l’analogo destino dei tanti paesi spopolati dal secondo dopoguerra e per il crollo dell’economia locale rurale o montana che li sosteneva e per i loro difficili collegamenti.
Oggi Campo è una scena teatrale in cui gli uomini non trovano più posto per le loro azioni. Un Borgo silente in cui affiora la magia di una sovrapposizione temporale: una contemporaneità che si misura con il sottile fascino della rovina. Sospeso sull’acqua, tra la cultura dell’olivo e i boschi di quercia e castagno, il tempo si è fermato in quel borgo, raggiungibile solo per le strade impervie che si affacciano sul paesaggio lacustre del Benaco, decantato da un Goethe e da un Rudofsky.
Il nostro progetto, posto a fronte della rovina, vuole tuttavia allontanarsi sia da romantiche nostalgie “ruskiniane” come che da ogni ricostruzione “in stile”, teso alla dimostrazione che la nuova architettura non cancella il passato ma ne costituisce piuttosto l’esaltazione: a partire da labili misure, da tracce appena leggibili, le nuove FORME rapportate in armonia con la natura (non sempre buona madre ma, talvolta, infida o misteriosa) saranno interpreti degli ordini territoriali sottesi, della dimensione storica, geografica del paesaggio stesso.
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi a un progetto che - dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di Campo - sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel demone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici. Si tratta di tracciare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
Obiettivi Formativi - Parte D
La ricerca progettuale e l’esercizio della composizione architettonica si svilupperà nei luoghi in cui l’equilibrio tra l’architettura e il paesaggio (italiano) è stato sovvertito, alterato, modificato.
L’obiettivo del corso è quello di fornire un metodo di lavoro finalizzato a ristabilire un nuovo equilibrio tra la città storica e quella contemporanea, basato sul rilievo dei segni stanziali del territorio e sulla loro conseguente interpretazione tipologica.
Si tratterà di continuare la tradizione costruttiva di un contesto sedimentato attraverso la rilettura dei principi insediativi che ne hanno definito nel tempo la specificità.
L’architettura progettata, come uno specchio dovrà riflettere il carattere del luogo in cui è inserita, riverberare la rete di corrispondenze che convergono dal territorio intorno e diffonderle fuori, accrescendo i significati tipologici e relazionali del suo contesto, naturale e edificato. Lo scopo del lavoro progettuale è quello di ribadire, attraverso l’analisi delle permanenze storiche la corrispondenza dell’architettura della città al suo territorio, in coerenza con il processo di evoluzione e di sviluppo del luogo.
L’esercizio al progetto avverrà ai margini della città storica di Firenze, tra il tessuto costruito e la campagna.
Prerequisiti - Parte A
Aver sostenuto gli esami prescritti dalle propedeuticità del regolamento didattico della scuola e aver maturato capacità sufficienti nella rappresentazione grafica e nell'elaborazione di modelli.
Prerequisiti - Parte D
Aver sostenuto gli esami dei Laboratori di progettazione architettonica (primo, secondo, terzo anno)
Metodi Didattici - Parte A
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema lacustre: la restituzione della ricerca avverrà mediante schizzi e modelli.
In seguito, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.
Metodi Didattici - Parte D
Una serie di lezioni frontali, finalizzate a fissare i temi della ricerca progettuale (“Equilibrio”, “Continuità”, “Tradizione”, “Processo” dell’architettura) costituirà la struttura teorica che accompagnerà lo studente durante il percorso di approfondimento e di sviluppo del progetto.
Altre Informazioni - Parte A
Nessuna
Altre Informazioni - Parte D
La discussione del progetto finale avverrà sulla base dei seguenti elaborati, obbligatori ai fini dell’illustrazione dell’idea progettuale:
Planimetria generale del progetto in scala 1:1000 (inserita nel contesto).
Planivolumetrico in scala 1:500 del progetto.
Piante di tutti i livelli del progetto in scala 1:200.
Prospetti e sezioni in scala 1:200.
Viste prospettiche.
Modello in scala 1:500 (di inserimento al modello di situazione 1:500).
Modello finale in scala 1:200.
Descrizione sintetica dell’idea di progetto (1 cartella).
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
Consegna e presentazione delle esercitazioni di analisi e progettuali previste, con discussione delle tematiche affrontate nel corso.
Modalità di verifica apprendimento - Parte D
Il lavoro sul progetto (individuale o in gruppi di due) sarà monitorato e approfondito attraverso le revisioni, a cadenza settimanale, esercitate dopo ogni lezione teorica.
Programma del corso - Parte A
MARIA GRAZIA ECCHELI Progettazione dell’architettura IV
. Capimmo così che il paesaggio non è soltanto, come lo intendono i geografi, lo spazio fisico costruito dall’uomo per vivere e produrre, ma anche il teatro nel quale ognuno recita la propria parte facendosi al tempo stesso attore e spettatore.(E.Turri)
Si tratta di re-indagare il senso con cui gli abitanti di un luogo ne hanno coltivato e misurato il mistero, innalzando muri in una “adesione immediata e diretta al colore del paesaggio”, secondo un disegno “che deriva dall’uso dominante dei materiali ricavabili localmente, come la pietra” così docile a interpretare lo scorrere delle acque come anche la costruzione di quanto è necessario: commisurando quelle forme al senso dell’impervia natura morfologica di un Monte Baldo che si innalza dalle acque del Benaco.
Campo di Brenzone: questo il nome del luogo di progetto, narrante un’economia povera e collassata assieme a sassi messi in opera ad interpretare frammenti del paesaggio della catena montuosa. Affiora qui l’antica sapienza del costruire con un materiale scavato in loco che dona consistenza ad una volontà di mimesi del muto silenzio dei lacerti di muri le cui finestre si stagliano vuote sull’azzurro, trovando una insperata affinità con stanze sezionate a cielo aperto, quasi sempre dilaniate dagli scassi di un camino o di una scala ormai impossibile. seguendo l’analogo destino dei tanti paesi spopolati dal secondo dopoguerra e per il crollo dell’economia locale rurale o montana che li sosteneva e per i loro difficili collegamenti.
Oggi Campo è una scena teatrale in cui gli uomini non trovano più posto per le loro azioni. Un Borgo silente in cui affiora la magia di una sovrapposizione temporale: una contemporaneità che si misura con il sottile fascino della rovina. Sospeso sull’acqua, tra la cultura dell’olivo e i boschi di quercia e castagno, il tempo si è fermato in quel borgo, raggiungibile solo per le strade impervie che si affacciano sul paesaggio lacustre del Benaco, decantato da un Goethe e da un Rudofsky.
Il nostro progetto, posto a fronte della rovina, vuole tuttavia allontanarsi sia da romantiche nostalgie “ruskiniane” come che da ogni ricostruzione “in stile”, teso alla dimostrazione che la nuova architettura non cancella il passato ma ne costituisce piuttosto l’esaltazione: a partire da labili misure, da tracce appena leggibili, le nuove FORME rapportate in armonia con la natura (non sempre buona madre ma, talvolta, infida o misteriosa) saranno interpreti degli ordini territoriali sottesi, della dimensione storica, geografica del paesaggio stesso.
1. OBIETTIVI DEL CORSO
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi a un progetto che - dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di Campo - sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel demone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici. Si tratta di tracciare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
2. ARGOMENTI TRATTATI
Gli argomenti trattati riguarderanno esperienze progettuali caratterizzate da una loro riconoscibile valenza “maieutica”: lettura di progetti tra analogie e poetiche, il continuare l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza.
Si tratti di progetti contemporanei o del passato, della ricerca italiana o meno: riconosceremo gli esiti migliori in quelli in cui il dato archeologico, vero o virtuale, sia venuto a trasformarsi nella pietra angolare della costruzione, tramite la riscoperta della sorprendente capacità educativa ed evocativa propria dell’immaginazione.
Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto sarà studiato nelle sue diverse e inaspettate declinazioni storiche: si veda, ad esempio, il senso o il significato della storia nei “rilievi” lecorbuseriani – i famosi cahiers de voyage -.
3. MODALITA’ DELLA DIDATTICA E DELLE ESERCITAZIONI
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema lacustre: la restituzione della ricerca avverrà mediante schizzi e modelli.
In seguito, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.
Programma del corso - Parte D
Costruire l’architettura implica un’alterazione inevitabile dell’equilibrio del luogo che dovrà ospitarla; il compito dell’architetto è ristabilire, attraverso la composizione architettonica, un nuovo equilibrio secondo un atteggiamento progettuale rivolto a ribadire i tratti caratteriali che hanno definito, nel tempo storico, il DNA del contesto di riferimento.
Il luogo dovrà necessariamente essere origine e destinazione dello spazio progettato.
Il progetto che affronteremo quest’anno costituirà la fase ultima di un processo che avrà inizio con l’osservazione, lo studio (è previsto un sopralluogo all’area di progetto) e proseguirà con la restituzione dei codici genetici di un frammento di paesaggio ai margini della città storica di Firenze.