Il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio sarà indirizzato, usando un approccio interdisciplinare, a conoscere e saper utilizzare (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) i principali passaggi necessari per una giusta azione di governo del territorio. La dizione Governo del territorio è presente nella Costituzione italiana dal 2001 (art. 117, c. 3), nel Titolo V, dove ha sostituito, inglobandola, la dizione di Urbanistica. Da qui il titolo del laboratorio.
Contenuto del corso - Parte B
Il Laboratorio ha un ruolo di posizionamento delle politiche e dei relativi progetti spaziali per il controllo e il governo del territorio nella contemporaneità. Partendo dalla definizione dei concetti, delle teorie e dei metodi fondamentali della pianificazione e del governo del territorio, il corso svilupperà un piano per la rigenerazione dell’area delle carceri, sul confine tra Scandicci e Firenze, che includa il disegno della governance dei confini e delle relative politiche urbane.
Contenuto del corso - Parte C
La proposta del laboratorio è diretta ad introdurre gli studenti all’uso di un sapere legato alla pianificazione dello spazio come presupposto specifico per il suol governo.
Il Laboratorio si sofferma particolarmente sulle regole, gli interessi, le economie e le relative politiche che si trasferiscono nello spazio fisico.
• F. Rossi Prodi, G. De Luca, G. Gorelli, M. De Santis, S. Stanghellini, Abitare sociale. Modelli architettonici e urbanistici per l’abitare sociale, Altralinea, Firenze 2014 (e.book)
• Marco Ardielli, Masterplan: né piano né progetto, Inu Edizioni, Roma 2012 (e.book).
A questi testi, si consiglia di affiancare, tre utili manuali, scaricabili gratuitamente in rete:
- Osservatorio Città Sostenibili, Il manuale urbanistico invisibile. La sintassi della città disgregata, Working paper P06/07
http://www.ocs.polito.it/biblioteca/wp/paesaggio/wp_p0607.pdf
- Community Network, Regione Emilia-Romagna, Guida alla fotointerpretazione per l’aggiornamento dell’uso del suolo con immagini Agea 2008, Bologna 2009
http://www.regione.emilia-romagna.it/temi/territorio/cartografia-regionale/vedi-anche/uso-del-suolo/pubblicazioni/Manuale%20fotointerpretazione%20Agea2008.pdf/view
- Environment, Heritage and Local Government, Urban Design Manual. A best practice guide, Part 1 e Part 2, May 2009 http://www.environ.ie/en/Publications/DevelopmentandHousing/Planning/
- UNHabitat, Global Public Space Toolkit, Nairobi 2015 https://unhabitat.org/wp-content/uploads/2015/10/Global%20Public%20Space%20Toolkit.pdf
R. Sennett, Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli, Milano 2018, 3 capitoli a scelta.
Paba G. (2010), Corpi urbani, differenze, interazioni e politiche, Franco Angeli.
L. Gaeta, U. Janin Rivolin, L. Mazza, a cura di, Governo del territorio e pianificazione spaziale, CittàStudi, Torino 2017, (un capitolo a scelta della parte IV)
Di Biagi P. (2002 - a cura di), I classici dell’urbanistica moderna, Donzelli, Roma (un capitolo a scelta).
Tre testi sono comuni a tutti i corsi del LPGdT:
• L. Gaeta, U. Janin Rivolin, L. Mazza, a cura di, Governo del territorio e pianificazione spaziale, CittàStudi, Torino 2017, cap. ...
• P. Gabellini, Le mutazioni dell’urbanistica, Carocci, Roma 2018
• R. Sennett, Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli, Milano 2018.
Nel corso delle lezioni verranno indicati testi specifici per approfondire i temi trattati.
Ogni studente avrà in oltre un testo letterario (ma connesso al tema del laboratorio) individuale da leggere ed un testo più specificamente disciplinare uguale per i membri di ogni gruppo di lavoro. Su tali testi gli studenti organizzeranno delle brevi presentazioni durante il corso e tali presentazioni saranno materia di valutazione per l’esito finale.
Obiettivi Formativi - Parte A
I territori europei, compresi quelli italiani, stanno vivendo una fase del tutto nuova. Dopo alcuni decenni in cui città e paesi hanno accompagnato un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati, finalmente si volge lo sguardo all’esistente e a quello che si è patrimonializzato. Ormai è chiaro che non si può più contare sui fattori tradizionali di crescita e di trasformazione urbana determinati dalla propensione privata agli investimenti, prevalentemente immobiliari di nuova edilizia aggiuntiva a quella esistente, e dalle ricadute che tali investimenti potevano generare sui singoli territori. Nel futuro, in regime di risorse scarse – con la nuova consapevolezza volta al recupero e al risparmio delle risorse – riuscirà a emergere chi sarà in grado di proporre fattori di qualità piuttosto che di quantità e principalmente chi riuscirà a creare i presupposti di città e territori “aumentati”, cioè più vivibili e più capaci, più resilienti alle trasformazioni dell’economica globalizzata, meno dissipatrici di risorse e con consumo di suolo “zero”. Il nuovo paradigma entro cui si colloca la contemporaneità è quello della rigenerazione attraverso il recupero, la riqualificazione e il riciclo di quello che ha perso senso nell’evoluzione del trend economico e sociale precedente.
Alla base della disciplina urbanistica, oggi inserita nel “governo del territorio”, vi è la consapevolezza della limitazione delle possibilità soggettive di modificare il “soprassuolo” che è un bene comune – compito regolativo esclusivo di competenza dei pubblici poteri seppur in un rapporto partecipativo con la cittadinanza – per raggiungere finalità di interesse generale.
Il primo obiettivo del Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, è quello di fornire agli studenti le basi teoriche e concettuali della disciplina urbanistica, comprensiva dei necessari riferimenti storici e normativi, nonché una prima conoscenza delle modalità con cui questa può rispondere alle istanze nelle varie situazioni contestuali attraverso gli strumenti e i metodi che le sono propri.
Il secondo obiettivo Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, è quello di rivisitare brevemente ai metodi e agli strumenti che, secondo le varie culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi, hanno preso corpo e si sono sviluppati, alla ricerca dei “fundamentals” – per dirla Rem Koolhaas – e con essi a svelare gli elementi di base delle pratiche di trasformazione dello spazio che definiscono principi insediativi e regole urbanistiche. Principi e regole che non sono altro che i modelli spaziali dei rapporti economici e di poteri, che si esprimono nella società in una determinata fase storica, e delle forze produttive che generano reddito. Conoscere i territori della produzione e gli assetti del territorio agricolo è centrale per capire le strutture urbane e lo spazio dell’abitare.
Le teorie e gli strumenti, al fine di essere compresi ed assimilati, saranno contestualizzati all’interno del panorama culturale contemporaneo attraverso un percorso di progettazione urbanistica, che pone al centro l’idea di recupero o ristrutturazione di significative parti di insediamenti esistenti (secondo l’approccio del cosiddetto “urban recycle”); in quanto la società occidentale è, attualmente, indirizzata a confrontarsi e progettare, in modo prevalente, sul costruito e sull’esistente attraverso innesti e cuciture, oppure sostituzioni e riscritture, purché legate al contesto in un processo di caratterizzazione innovativa. Per alcuni autori: «Recycle è infatti una parola d’ordine che raccoglie infiniti possibili cambiamenti individuali senza pretendere di assimilarli in una tendenza omogenea, tenendoli comunque ancorati a un principio di realtà fortissimo» ; «Riciclare significa rimettere in circolazione, riutilizzare materiali di scarto, che hanno perso valore e/o significato. È una pratica che consente di ridurre gli sprechi, di limitare la presenza dei rifiuti, di abbattere i costi di smaltimento e di contenere quelli di produzione del nuovo. Riciclare vuol dire, in altri termini, creare nuovo valore e nuovo senso. Un altro ciclo è un’altra vita. In questo risiede il contenuto propulsivo del riciclaggio: un’azione ecologica che spinge l’esistente dentro il futuro trasformando gli scarti in figure di spicco» .
Il pianificatore, comunque, non deve dimenticare, come ricorda Giovanni Astengo, che bisogna sempre «demandare ad ogni piano di area vasta o d’insediamento urbano la precisa definizione degli obiettivi generali e specifici delle operazioni che il piano intende realizzare. Obiettivi, questi, che solo con la concretezza della realtà dei luoghi cessano di essere generici, per assumere sostanziosa pregnanza rispetto alla specificità delle situazioni locali» . Cioè deve esserci un collegamento non banale tra grandi strategie d’azione e minuta progettualità locale: l’una non sta senza l’altra e viceversa. Deve esserci adattabilità; ed entrambe devono essere collegate con il sistema istituzionale, che li rende fattibili e praticabili. L’urbanistica, infatti, è una decisione politica tecnicamente assistita .
Il terzo obiettivo obiettivo del Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, sarà quello di presentare il “manifesto dell’urbanistica adattiva” , la cui applicazione interesserà la parte esercitativa del corso.
Tenuto conto che strumenti e metodi sono strettamente connessi agli obiettivi, che dinamicamente si rapportano nei tempi e nei luoghi alle istanze espresse dalla collettività e dalle sue istituzioni, obiettivo specifico del Corso è la loro sperimentazione alla scala locale, in una applicazione progettuale adeguata al livello formativo del secondo anno. Alla conclusione lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di muoversi autonomamente nei “sentieri” degli strumenti urbanistici e del loro contenuto progettuale.
Obiettivi Formativi - Parte B
Gli obiettivi formativi del corso includono l’acquisizione di competenze utili alla sperimentazione di un approccio interdisciplinare alla pianificazione e al governo del territorio con riferimento agli aspetti teorici, tecnici, normativi e strumentali.
Il corso intende inoltre formare gli studenti al disegno critico di politiche di governo di processi complessi perché di confine amministrativo, multiattoriali, che richiedono il coordinamento tra strumenti, metodi e obiettivi strategici, in contesti di programmazione regionale, pianificazione urbana e territoriale, governance multiscalare, complessi, spesso non organici e coerenti rispetto ad un obiettivo di sviluppo e coesione territoriale condiviso.
Obiettivi Formativi - Parte C
Il tema scelto come centro del lavoro del laboratorio costituisce un’occasione per perseguire alcuni obbiettivi didattici legati allo studio della pianificazione della città e del territorio, oltre che un’occasione di ricerca su un contesto ed un tema centrali nel dibattito attuale.
Lavorando su due assi principali che riconoscono il disarticolarsi/ri-articolarsi dei territori da un punto di vista ecologico e rispetto alla nozione di bene pubblico, il laboratorio intende porre al centro della propria attenzione il modo in cui la pianificazione urbanistica viene messa in tensione per provare a dare risposta al bisogno di nuove descrizioni (quadri interpretativi) e progetti capaci di “ricucire” i territori della contemporaneità.
L’obbiettivo didattico è quello di fornire strumenti interpretativi rispetto a contesti problematici di trasformazione dei modelli insediativi e di lettura di nuove esigenze ambientali, sociali, culturali che si concretizzano nei luoghi di margine (margine inteso non semplicemente in senso geometrico). Nella seconda parte del corso l’obbiettivo traslerà verso l’ideazione di soluzioni progettuali e di linee guida per la progettazione urbanistica, capaci di restituire centralità nella fruibilità e qualità dell'ambiente di vita per le aree interessate dal progetto del laboratorio.
Obbiettivi specifici sono:
• fornire strumenti interpretativi rispetto alle trasformazioni dei modelli insediativi e rispetto a
• letture di nuove esigenze ambientali, sociali, culturali che si concretizzano (spesso) nei luoghi di confine, in un’ottica interdisciplinare.
In una seconda fase progettuale:
• creazione di un quadro di scelte coordinate che affrontino il tema del riuso di spazi marginali e dismessi in un’ottica di area vasta (attraverso i confini);
• costruzione di un quadro complessivo (di una rete) che legando tali luoghi riqualifichi (restauri) territori marginalizzati. Di un progetto di territorio;
• individuazione di possibili politiche e strategie che producano gli esiti fisici proposti dal progetto di territorio;
• redazione di una “scheda progetto” che, speriamo, sarà poi possibile sviluppare nel laboratorio di progettazione IV.
Prerequisiti - Parte A
Aver superato le propedeuticità previste dal Manifesto degli studi.
Prerequisiti - Parte B
Il corso richiede una conoscenza di base della strumentazione urbanistica e di pianificazione del territorio, nonché della normativa relativa.
Prerequisiti - Parte C
• Aver compreso metodi e tecniche dell’analisi urbana e territoriale
• avere dimestichezza con dati e informazioni relative al territorio (cartografia informatizzata e database geografici relativi al territorio toscano)
• una base metodologica e pratica nell'uso di sistemi informativi territoriali
• disponibilità al lavoro collettivo (di gruppo e di laboratorio)
• un taccuino da disegno e appunti sempre in tasca
• buone scarpe
• magari una bici o un amico/a che ve la presta
Metodi Didattici - Parte A
L’organizzazione della didattica è mirata a che il processo di formazione e di sperimentazione necessario per sostenere l’esame avvenga durante lo svolgimento del corso.
Attraverso le modalità della didattica il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio della bibliografia e del glossario dei termini urbanistici
b) una formazione di base di carattere applicativo, affidata all’esercitazione finale, da svolgersi da soli o in gruppo di max 3 persone.
La frequenza al Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni al mattino e del laboratorio al pomeriggio. Si considera utile, e vale anche ai fini della valutazione finale di accreditamento, una presenza non inferiore al 90% delle lezioni effettive. Sono esonerati da questo consiglio gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con il docente le modalità di organizzazione dello studio individuale e della relativa esercitazione.
L’esame sarà orale (o scritto eccezionalmente, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione. L’esame verterà anche sugli argomenti trattati nelle lezioni.
Metodi Didattici - Parte B
Il corso sarà strutturato su 4 metodi didattici complementari:
1. Basics: verranno fornite le conoscenze di base con riferimento alle questioni seminali della disciplina (governance, pianificazione territoriale, rigenerazione urbana, processi contemporanei di urbanizzazione).
2. Workshop tematici volti all’esplorazione interattiva e con esperti, degli strumenti di governance e di pianificazione territoriale.
3. Field-works dedicati all’esplorazione dell’area di progetto e all’approfondimento dei temi.
4. Sedute laboratoriali volta all’elaborazione del masterplan propedeutico al disegno di una politica di pianificazione e alla governance dell’area di studio.
Metodi Didattici - Parte C
Il corso sarà organizzato attraverso una serie di lezioni frontali che introdurranno i concetti fondamentali rispetto ai temi oggetto del laboratorio. Le lezioni si articoleranno secondo due ambiti generali:
• uno relativo a riferimenti culturali e disciplinari utili per un approccio critico all’urbanistica ed alla pianificazione;
• uno legato direttamente alla metodologia del lavoro pratico oggetto del laboratorio ed alle caratteristiche e peculiarità dell’area oggetto del lavoro di analisi e progetto.
Contemporaneamente, mediante lavoro in aula e lavoro di gruppo, sarà svolta una esercitazione pratica che verrà sviluppata autonomamente dagli studenti (in gruppi di tre). Questa verterà in una prima fase di analisi su un’unica area comune per tutto il laboratorio in modo da favorire la condivisione delle esperienze dei vari gruppi. In una seconda fase sempre analitica, ma più di dettaglio, su aree diverse per ogni gruppo. La fase di progetto prevederà un elaborato complessivo di area vasta, uguale per modalità ed estensione del territori considerato per i vari gruppi e successivi Elaborati pregettuali diversificati per area e gruppo a scala di maggior dettaglio. Le modalità per la redazione di tali materiali verranno illustrate dettagliatamente durante le lezioni. Il lavoro svolto sarà periodicamente verificato prevalentemente mediante discussione collettiva dei risultati raggiunti.
L'apprendimento sarà completato da alcuni testi, suddivisi in una bibliografia comune a tutti da studiare singolarmente (vedi punto 2), in testi consigliati durante le lezioni.
Ad ogni studente verrà richiesta la lettura di un testo individuale (a carattere letterario) ed ad ogni gruppo la lettura di un testo di rilevanza teorica per il lavoro del laboratorio (comunque da studiare per tutti i componenti del gruppo). Entrambi saranno oggetto di una rapida presentazione da parte di ogni studente (singolarmente la prima, in gruppo la seconda) a tutto il laboratorio nel corso dell’anno e tale presentazione verrà considerata come una precondizione per l’esame finale e come elemento di valutazione.
Altre Informazioni - Parte A
Per gli studenti lavoratori, con relativa certificazione, non frequentanti l’esercitazione rimane la stessa degli studenti frequentanti, così come i manuali di riferimento, solo che le revisioni saranno possibili solo a partire dal mese di gennaio 2020; mentre cambia la bibliografia, che sarà molto più corposa e sarà concordata via via con il docente.
Per gli studenti Erasmus provenienti dai Paesi a lingua spagnola, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predisporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Hacia un diseño urbano y arquitectónico más humano. Manual Práctico, Gustavo Gili, Barcelona 1999.
Per gli studenti proveniente dai Paesi a lingua anglosassone, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predisporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Responsive Environments. A manual for designers, Routledge, London 1985 (nuova edizione).
I responsabili del corso comunicheranno informazioni inerenti al laboratorio direttamente a lezione e mediante la piattaforma moodle nel sito https://e-l.unifi.it/. Attraverso lo stesso sito sarà reperibile tutto il materiale didattico e le necessarie informazioni. Saranno stabilite altre forme di comunicazione e di interscambio che saranno ritenute utili per il migliore andamento del corso.
L'indirizzo di posta elettronica del corso è il seguente:
dida.LabPGdT2019@gmail.com
In alternativa i responsabili del corso sono contattabili ai seguenti indirizzi di posta elettronica:
giuseppe.deluca@unifi.it
lucadifiglia@gmail.com
Altre Informazioni - Parte B
Durante il corso saranno invitati esperti dei temi, tecnici dei comuni, ricercatori esperti di ICT per la pianificazione e il governo del territorio.
Altre Informazioni - Parte C
I materiali cartografici ed i dati per lo svolgimento delle esercitazioni verranno forniti durante il corso dal docente, qualora si rendessero necessari dati non reperibili pubblicamente. L’esercitazione d’esame è però concepita in maniera tale da poter essere svolta utilizzando materiali cartografici e dati disponibili gratuitamente on-line su siti istituzionali di amministrazioni ed enti pubblici. Prevalentemente open-data della Regione Toscana (http://dati.toscana.it/).
Le risorse software necessarie per lo svolgimento dell'esercitazione sono tutte open source e disponibili liberamente on-line e non richiedono licenze a pagamento.
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
La verifica finale viene fatta attraverso l'esercitazione sviluppata in aula e a casa, il cui scopo è quello di addestrare lo studente verso alcuni fondamentali aspetti del governo del territorio corrente e il suo svolgimento costituirà momento di verifica dell’apprendimento delle modalità, delle tecniche e delle nozioni della disciplina.
L’esercitazione è organizzata come risposta ad un bando di gara per giovani architetti, sul modello di EUROPAN , prendendo come riferimento l’Agenda Urbana Europea sulla sostenibilità , che mutua le indicazioni di quella dell’ONU/Habitat III sullo sviluppo sostenibile.
Lo studente in gruppo (minimo 2, max 4) dovrà predisporre un progetto su un’area definita dal docente, seguendo le linee indicate nel programma esteso.
Modalità di verifica apprendimento - Parte B
Gli studenti presenteranno e discuteranno il masterplan propedeutico alla pianificazione dell’area di studio, con riferimento ai temi sviluppati nel corso.
La verifica finale include un colloquio sulle letture indicate.
Modalità di verifica apprendimento - Parte C
Il corso prevede un esame finale che si articolerà intorno alla presentazione dell'esercitazione svolta ed alla discussione dei risultati (in gruppo). Come scritto precedentemente la presentazione dei testi letti individualmente e come gruppo, che avverrà durante l’anno in date che saranno comunicate con anticipo, sarà materia di valutazione.
Per accedere all'esame occorrerà aver svolto durante l’anno le presentazioni sopra descritte e verificato preventivamente con il docente che gli elaborati materia di esame siano stati interamente realizzati seguendo le indicazioni date durante l’anno. Si ricorda che il superamento della soglia di presenze del 75% è condizione necessaria per accedere all’esame finale.
Nella valutazione finale il lavoro collettivo riveste il peso maggiore, ma sarà effettuata anche una valutazione singola rispetto allo studio dei testi indicati (sia i testi comuni a tutto il laboratorio che i testi diversificati).
Programma del corso - Parte A
Tra gli obiettivi formativi della classe di laurea LM-4 (architettura e ingegneria civile) si auspica che il laureato sia in grado di «conoscere approfonditamente gli aspetti teorico scientifici, metodologici ed operativi dell'architettura, dell'edilizia, dell'urbanistica e del restauro architettonico, ed essere in grado di utilizzare tali conoscenze per identificare, formulare e risolvere anche in modo innovativo problemi complessi o che richiedono un approccio interdisciplinare» (DM 2007).
Per questo motivo il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio sarà indirizzato, usando un approccio interdisciplinare, a conoscere e saper utilizzare (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) i principali passaggi necessari per una giusta azione di governo del territorio.
La dizione “governo del territorio” è presente nella Costituzione italiana a partire dal 2001 (art. 117, c. 3), nel Titolo V, dove ha sostituito, inglobandola, la precedente dizione di “urbanistica”. Un contenitore più ampio che studia i fenomeni territoriali e i fenomeni urbani in tutti i loro aspetti, con il fine della pianificazione per il loro controllo e gestione. Da qui il titolo del laboratorio.
La dizione specifica di Urbanistica è inserita in quella di governo del territorio, ne è parte integrante. Per questo motivo il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, la mantiene sempre nello sfondo, nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali. Come sostiene Alejandro Aravena: «L’architettura si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo. Non è più complicato, né più semplice di così. Questi spazi comprendono case, scuole, uffici, negozi e aree commerciali in genere, musei, palazzi ed edifici istituzionali, fermate dell’autobus, stazioni della metropolitana, piazze, parchi, strade (alberate o no), marciapiedi, parcheggi e l’intera serie di programmi e parti che costituiscono il nostro ambiente costruito. La forma di questi luoghi, però, non è definita soltanto dalla tendenza estetica del momento o dal talento di un particolare architetto. Essi sono la conseguenza di regole, interessi, economie e politiche, o forse anche dalla mancanza di coordinamento, dell’indifferenza e della semplice casualità. Le forme che assumono possono migliorare o rovinare la vita delle persone» .
Tuttavia, quando si passa alla progettazione dei luoghi e alla pratica vera e propria vi è una distinzione di sguardi, di interessi e di regole di riferimento tale che si genera una sottile, ma chiara, demarcazione progettazione urbanistica e progettazione architettonica: «L’urbanista prepara un progetto solitamente guardando l’intera città, l’architetto molto spesso guardando un solo edificio o un solo insieme di edifici, che però acquistano senso solamente se sono collocati sullo sfondo, nel contesto della città» (Secchi 2001). Per dirla con le parole di Jonathan Barnett . tutto è centrato sul ruolo che le due figure giocano nella produzione della città: il ruolo del pianificatore è quello di «designing cities without designing building»; quello dell’architetto più semplicemente di «designer building» rispettando le regole pubbliche .
Il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, ragiona su questa sottile distinzione, partendo dal presupposto che fare governo del territorio equivale a «fare un progetto di urbanistica (che) è (o dovrebbe essere) in primis progettare la città pubblica. Quella parte di città che tutti noi utenti frequentiamo quotidianamente. A piedi, in bicicletta, in auto, da soli o in compagnia per espletare le pratiche sociali della nostra vita: lavorare, divertirsi, parcheggiare, pagare le bollette, andare in banca, a scuola, alle poste, portare i bambini al parco, comprare, sedersi al bar, ecc. ecc. È la città che calpestiamo e che percepiamo visivamente fatta di spazi aperti ma anche di facciate fronteggianti lo spazio di uso pubblico. Lo spazio pubblico è formato dai marciapiedi, dalle strade, dalle piazze, dagli slarghi, dal verde attrezzato, dai filari di alberi, ecc. Questo spazio, nella maggior parte dei casi, non è “finito” né tantomeno “ri-finito”. Solitamente è trascurato e abbandonato. È ricettacolo di rifiuti. Ma è lo spazio vissuto e percepito da tutti i cittadini, indipendentemente dal loro censo o appartenenza sociale. Primo compito dell’urbanista è cogliere questa dimenticanza e ri-progettare i luoghi della città pubblica. Ovviamente non tutta la città è in queste condizioni. Gli spazi della città storica sono normalmente stati disegnati, progettati e realizzati pensando all’uso collettivo degli stessi, alla sua funzione e per bene-stare. Quelli della città contemporanea, cioè quella progettata e realizzata dagli anni ’60 in avanti, sono viceversa, nella maggior parte dei casi, diventati per antonomasia “periferia degradata”» .
Fare governo del territorio, dunque, è definire le regole pubbliche locali e il loro “adagiarsi” sul suolo, che determinano la trama dello spazio collettivo intorno al quale si aggregano le strutture, pubbliche e, soprattutto, private. La pratica del governo del territorio, difatti, si muove solo all’interno del dominio pubblico. Per questo il governo del territorio, nella sua strumentazione, genera le regole in un progetto di territorialità. Per lo stesso motivo, fare governo del territorio è fare un progetto di urbanistica che contribuisce a rinsaldare la società europea contemporanea: questo il modello sociale di riferimento che il laboratorio prende in considerazione. Non vi è progetto senza un riferimento sociale, non vi è pianificazione senza un modello sociale di riferimento. La pratica concreta, invece, dovrebbe muoversi secondo i principi dell’urbanistica sostenibile e adattiva. Come riportato nella copertina n. 1031 della rivista Domus: «L’urbanistica sei tu/You are urbanism», o per dirla con le parole del direttore della rivista Winy Maas sull’editoriale dello stesso numero «Tutto è urbanistica/Everything is urbanism».
Di tutto ciò tratterà il Laboratorio. Questo, infatti, rappresenta il momento finale degli studi relativi alle materie di Analisi del territorio e degli insediamenti e di Fondamenti di urbanistica, costituisce il primo dei due laboratori finali di questa area di studi ed ha un ruolo prospettico di posizionamento delle politiche e dei relativi progetti spaziali per il controllo e governo del territorio nella contemporaneità.
La sua proposta è diretta ad introdurre gli studenti all’uso di un sapere legato alla pianificazione dello spazio come presupposto specifico per il suol governo.
L’organizzazione è fatta di lezioni frontali al mattino e da attività di laboratorio, comprese discussioni, seminari di approfondimento ed esercitazioni in progress nel pomeriggio.
Obiettivi specifici del Corso A
I territori europei, compresi quelli italiani, stanno vivendo una fase del tutto nuova. Dopo alcuni decenni in cui città e paesi hanno accompagnato un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati, finalmente si volge lo sguardo all’esistente e a quello che si è patrimonializzato. Ormai è chiaro che non si può più contare sui fattori tradizionali di crescita e di trasformazione urbana determinati dalla propensione privata agli investimenti, prevalentemente immobiliari di nuova edilizia aggiuntiva a quella esistente, e dalle ricadute che tali investimenti potevano generare sui singoli territori. Nel futuro, in regime di risorse scarse – con la nuova consapevolezza volta al recupero e al risparmio delle risorse – riuscirà a emergere chi sarà in grado di proporre fattori di qualità piuttosto che di quantità e principalmente chi riuscirà a creare i presupposti di città e territori “aumentati”, cioè più vivibili e più capaci, più resilienti alle trasformazioni dell’economica globalizzata, meno dissipatrici di risorse e con consumo di suolo “zero”. Il nuovo paradigma entro cui si colloca la contemporaneità è quello della rigenerazione attraverso il recupero, la riqualificazione e il riciclo di quello che ha perso senso nell’evoluzione del trend economico e sociale precedente.
Alla base della disciplina urbanistica, oggi inserita nel “governo del territorio”, vi è la consapevolezza della limitazione delle possibilità soggettive di modificare il “soprassuolo” che è un bene comune – compito regolativo esclusivo di competenza dei pubblici poteri seppur in un rapporto partecipativo con la cittadinanza – per raggiungere finalità di interesse generale.
Il primo obiettivo del Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, è quello di fornire agli studenti le basi teoriche e concettuali della disciplina urbanistica, comprensiva dei necessari riferimenti storici e normativi, nonché una prima conoscenza delle modalità con cui questa può rispondere alle istanze nelle varie situazioni contestuali attraverso gli strumenti e i metodi che le sono propri.
Il secondo obiettivo Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, è quello di rivisitare brevemente ai metodi e agli strumenti che, secondo le varie culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi, hanno preso corpo e si sono sviluppati, alla ricerca dei “fundamentals” – per dirla Rem Koolhaas – e con essi a svelare gli elementi di base delle pratiche di trasformazione dello spazio che definiscono principi insediativi e regole urbanistiche. Principi e regole che non sono altro che i modelli spaziali dei rapporti economici e di poteri, che si esprimono nella società in una determinata fase storica, e delle forze produttive che generano reddito. Conoscere i territori della produzione e gli assetti del territorio agricolo è centrale per capire le strutture urbane e lo spazio dell’abitare.
Le teorie e gli strumenti, al fine di essere compresi ed assimilati, saranno contestualizzati all’interno del panorama culturale contemporaneo attraverso un percorso di progettazione urbanistica, che pone al centro l’idea di recupero o ristrutturazione di significative parti di insediamenti esistenti (secondo l’approccio del cosiddetto “urban recycle”); in quanto la società occidentale è, attualmente, indirizzata a confrontarsi e progettare, in modo prevalente, sul costruito e sull’esistente attraverso innesti e cuciture, oppure sostituzioni e riscritture, purché legate al contesto in un processo di caratterizzazione innovativa. Per alcuni autori: «Recycle è infatti una parola d’ordine che raccoglie infiniti possibili cambiamenti individuali senza pretendere di assimilarli in una tendenza omogenea, tenendoli comunque ancorati a un principio di realtà fortissimo» ; «Riciclare significa rimettere in circolazione, riutilizzare materiali di scarto, che hanno perso valore e/o significato. È una pratica che consente di ridurre gli sprechi, di limitare la presenza dei rifiuti, di abbattere i costi di smaltimento e di contenere quelli di produzione del nuovo. Riciclare vuol dire, in altri termini, creare nuovo valore e nuovo senso. Un altro ciclo è un’altra vita. In questo risiede il contenuto propulsivo del riciclaggio: un’azione ecologica che spinge l’esistente dentro il futuro trasformando gli scarti in figure di spicco» .
Il pianificatore, comunque, non deve dimenticare, come ricorda Giovanni Astengo, che bisogna sempre «demandare ad ogni piano di area vasta o d’insediamento urbano la precisa definizione degli obiettivi generali e specifici delle operazioni che il piano intende realizzare. Obiettivi, questi, che solo con la concretezza della realtà dei luoghi cessano di essere generici, per assumere sostanziosa pregnanza rispetto alla specificità delle situazioni locali» . Cioè deve esserci un collegamento non banale tra grandi strategie d’azione e minuta progettualità locale: l’una non sta senza l’altra e viceversa. Deve esserci adattabilità; ed entrambe devono essere collegate con il sistema istituzionale, che li rende fattibili e praticabili. L’urbanistica, infatti, è una decisione politica tecnicamente assistita .
Il terzo obiettivo obiettivo del Laboratorio di pianificazione e governo del territorio, corso A, sarà quello di presentare il “manifesto dell’urbanistica adattiva” , la cui applicazione interesserà la parte esercitativa del corso.
Tenuto conto che strumenti e metodi sono strettamente connessi agli obiettivi, che dinamicamente si rapportano nei tempi e nei luoghi alle istanze espresse dalla collettività e dalle sue istituzioni, obiettivo specifico del Corso è la loro sperimentazione alla scala locale, in una applicazione progettuale adeguata al livello formativo del secondo anno. Alla conclusione lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di muoversi autonomamente nei “sentieri” degli strumenti urbanistici e del loro contenuto progettuale.
Scopo dell’esercitazione è quello di addestrare lo studente verso alcuni fondamentali aspetti del governo del territorio corrente e il suo svolgimento costituirà momento di verifica dell’apprendimento delle modalità, delle tecniche e delle nozioni della disciplina.
L’esercitazione è organizzata come risposta ad un bando di gara per giovani architetti, sul modello di EUROPAN , prendendo come riferimento l’Agenda Urbana Europea sulla sostenibilità , che mutua le indicazioni di quella dell’ONU/Habitat III sullo sviluppo sostenibile.
Lo studente in gruppo (minimo 2, max 4) dovrà predisporre un progetto su un’area definita dal docente, seguendo le linee qui indicate.
Partire dalle parole chiave dell'Agenda Urbana: Le parole chiave dell’Agenda Urbana europea
Crescita intelligente; Crescita sostenibile; Crescita inclusiva.
Rispondere al documento del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica - DPS Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020 (dicembre 2012), il quale individua specifici ambiti di intervento:
• ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città. Cittadinanza digitale e nuovi servizi pubblici legati alle “smart cities” (anche per come adottati ed articolati nell’Agenda Digitale Italiana)
• inclusione sociale particolarmente sensibile ai segmenti più fragili e alle aree periferiche e disagiate rafforzamento della capacità competitiva territoriale e della capacità attrattiva territoriale attraverso il potenziamento di segmenti locali pregiati di filiere produttive globali: potenziamento dei segmenti locali di filiere produttive globali a vocazione urbana promuovendo servizi avanzati alle imprese e al cittadino
• utilizzo evoluto – routinizzato - di tecnologie abilitanti, quindi change management amministrativo e “capacitazione”.
Studiare le Le azioni/interventi seguono l’impostazione del bando PIU-Progetti d’innovazione urbana della Regione Toscana , che ricade con l’asse urbano 6 delle politiche europee e dell’ambito “inclusione sociale”.
Predisporre il progetto finale, secondo le indicazioni dettate in aula.
Programma del corso - Parte B
Contenuti
Il Laboratorio rappresenta il momento finale degli studi relativi alle materie di Analisi del territorio e degli insediamenti e di Fondamenti di urbanistica, costituisce il primo dei due laboratori conclusivi di questa area di studi. Ha quindi un ruolo di posizionamento delle politiche e dei relativi progetti spaziali per il controllo e governo del territorio nella contemporaneità. Il corso svilupperà un piano per la rigenerazione dell’area delle carceri, sul confine tra Scandicci e Firenze, che includa il disegno della governance dei confini e delle relative politiche urbane. Partendo dalla definizione dei concetti, delle teorie e dei metodi fondamentali della pianificazione e del governo del territorio, il corso affronterà quindi un problema complesso di rigenerazione sociale, ambientale e urbana legata ad una grande struttura monofunzionale e totale (come il carcere).
Testi di riferimento comuni a tutti i corsi
R. Sennett, Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli, Milano 2018, 3 capitoli a scelta.
Paba G. (2010), Corpi urbani, differenze, interazioni e politiche, Franco Angeli.
L. Gaeta, U. Janin Rivolin, L. Mazza, a cura di, Governo del territorio e pianificazione spaziale, CittàStudi, Torino 2017, (un capitolo a scelta della parte IV)
Di Biagi P. (2002 - a cura di), I classici dell’urbanistica moderna, Donzelli, Roma (un capitolo a scelta).
P. Gabellini, Le mutazioni dell’urbanistica, Carocci, Roma 2018
Obiettivi formativi
Gli obiettivi formativi del corso includono l’acquisizione di competenze utili alla sperimentazione di un approccio interdisciplinare alla pianificazione e al governo del territorio con riferimento agli aspetti teorici, tecnici, normativi e strumentali.
Il corso intende inoltre formare gli studenti al disegno critico di politiche di governo di processi complessi, multiattoriali, che richiedono il coordinamento tra strumenti, metodi e obiettivi strategici, in contesti di programmazione regionale, pianificazione urbana e territoriale, governance multiscalare, complessi perché di confine amministrativo, spesso non organici e coerenti rispetto ad un obiettivo di sviluppo e coesione territoriale condiviso.
A tal fine il corso svilupperà il tema della pianificazione sul confine tra Firenze e Scandicci con riferimento all’area delle strutture carcerarie di Firenze (Sollicciano e Gozzini), affrontando problemi di governance delle decisioni e del progetto dello spazio sul confine tra due amministrazioni, tra strumenti di pianificazione diversi, tra politiche per la rigenerazione dell’area, spesso non convergenti.
Prerequisiti
Il corso richiede una conoscenza di base della strumentazione urbanistica e di pianificazione del territorio, nonché della normativa relativa.
Metodi didattici
Il corso sarà strutturato su 4 metodi didattici complementari:
1. Basics: verranno fornite le conoscenze di base con riferimento alle questioni seminali della disciplina (governance, pianificazione territoriale, rigenerazione urbana, processi contemporanei di urbanizzazione).
2. Workshop tematici volti all’esplorazione interattiva e con esperti, degli strumenti di governance e di pianificazione territoriale.
3. Field-works dedicati all’esplorazione dell’area di progetto e all’approfondimento dei temi., nonché al lavoro partecipativo con i destinatari del progetto.
4. Sedute laboratoriali volta all’elaborazione del masterplan propedeutico al disegno di una politica di pianificazione e alla governance dell’area di studio.
Altre informazioni
Durante il corso saranno invitati esperti dei temi, tecnici dei comuni, ricercatori esperti di ICT per la pianificazione e il governo del territorio.
Modalità di verifica dell’apprendimento
Gli studenti presenteranno e discuteranno il masterplan propedeutico alla pianificazione dell’area di studio, con riferimento ai temi sviluppati nel corso.
La verifica finale include un colloquio sulle letture indicate.
Programma del corso - Parte C
DIDA – Dipartimento di Architettura di Fitrenze
CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA
Laboratorio di Urbanistica - a.a. 2017/2018
Corso C - Prof. Iacopo Zetti
1_ Informazioni generali
Il corso corrisponde a 8 CFU: 64 ore di insegnamento in aula più il lavoro di preparazione da sviluppare autonomamente. Si svolge nel primo semestre del quarto anno di studio ed ha come sede il plesso didattico di Santa Verdiana. Le lezioni si svolgono il giovedì (11.45 – 13.45 e 14:45 – 18:45), aula 13. Le lezioni hanno inizio il 26 settembre e termine 9 gennaio. Le interruzioni e le sessioni di esame sono consultabili sul calendario didattico della scuola di architettura reperibile presso: http://www.architettura.unifi.it/vp-152-calendario-didattico-e-orario.html
La frequenza al laboratorio è obbligatoria e per sostenere l’esame è indispensabile partecipare ad un minimo del 75% delle lezioni. Trattandosi di un corso applicativo e per il quale sarà indispensabile la condivisione di parte del lavoro di analisi e di progetto fra tutti i partecipanti, la frequenza sarà accertata durante tutto l’anno.
Per contattare l'insegnante: iacopo.zetti@unifi.it
Sede dell'insegnante: Sezione di urbanistica e pianificazione del territorio, via Micheli, 2 Firenze
2_ Contenuti del corso
Incipit
Tra gli obiettivi formativi della classe di laurea LM-4 (architettura e ingegneria civile) si auspica che il laureato sia in grado di «conoscere approfonditamente gli aspetti teorico scientifici, metodologici ed operativi dell'architettura, dell'edilizia, dell'urbanistica e del restauro architettonico, ed essere in grado di utilizzare tali conoscenze per identificare, formulare e risolvere anche in modo innovativo problemi complessi o che richiedono un approccio interdisciplinare» (DM 2007).
Per questo motivo il Laboratorio di pianificazione e governo del territorio sarà indirizzato, usando un approccio interdisciplinare, a conoscere e saper utilizzare (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) i principali passaggi necessari per una giusta azione di governo del territorio.
La dizione governo del territorio è presente nella Costituzione italiana a partire dal 2001 (art. 117, c. 3), nel Titolo V, dove ha sostituito, inglobandola, la precedente dizione di “urbanistica”. Un contenitore più ampio che studia i fenomeni territoriali e i fenomeni urbani in tutti i loro aspetti, avendo come obiettivo la pianificazione del loro controllo e gestione. Da qui il titolo del laboratorio.
Contenuti
Il Laboratorio rappresenta il momento finale degli studi relativi alle materie di Analisi del territorio e degli insediamenti e di Fondamenti di urbanistica, costituisce il primo dei due laboratori finali di questa area di studi ed ha un ruolo prospettico di posizionamento delle politiche e dei relativi progetti spaziali per il controllo e governo del territorio nella contemporaneità.
La sua proposta è diretta ad introdurre gli studenti all’uso di un sapere legato alla pianificazione dello spazio come presupposto specifico per il suol governo.
Alejandro Aravena: «L’architettura si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo. Non è più complicato, né più semplice di così. Questi spazi comprendono case, scuole, uffici, negozi e aree commerciali in genere, musei, palazzi ed edifici istituzionali, fermate dell’autobus, stazioni della metropolitana, piazze, parchi, strade (alberate o no), marciapiedi, parcheggi e l’intera serie di programmi e parti che costituiscono il nostro ambiente costruito. La forma di questi luoghi, però, non è definita soltanto dalla tendenza estetica del momento o dal talento di un particolare architetto. Essi sono la conseguenza di regole, interessi, economie e politiche, o forse anche dalla mancanza di coordinamento, dell’indifferenza e della semplice casualità. Le forme che assumono possono migliorare o rovinare la vita delle persone» («Introduzione», 15ª Mostra internazionale di architettura, Catalogo, Venezia 2016, p. 23).
Il Laboratorio si sofferma particolarmente sulle regole, gli interessi, le economie e le relative politiche che si trasferiscono nello spazio fisico. In questo passaggio risiede la vera distinzione tra le pratiche di progettazione dei “manufatti” nello spazio e le pratiche di organizzazione dello spazio che devono ospitarli. In questo passaggio vi è una distinzione fondamentale che l’architetto deve avere ben chiara: la pianificazione è una attività di progettazione fatta guardando l’intera città ed il suo territorio, l’architettura, al contrario, è una attività che parte da un singolo edificio. Per dirla con le parole di Jonathan Barnett . tutto è centrato sul ruolo che le due figure giocano nella produzione della città: il compito del pianificatore è quello di progettare città senza progettare edifici; quello dell’architetto, più semplicemente, di progettare edifici rispettando le regole pubbliche (Jonathan Barnett, Urban design as public policy: practical methods for improving cities, McGraw-Hill, New York, 1974, p. 29).
Per questo nel Laboratorio verranno prevalentemente sviluppate tematiche relative alla trasformazione della città e degli insediamenti alla luce della contemporaneità, studiando particolarmente la coevoluzione fra modelli insediativi ed evoluzione storica dei territori.
Il Laboratorio ragiona su questa sottile distinzione e sul modo di produrre politiche pubbliche da trasformare in regole di azione collettiva, quindi sul come si progettano le regole pubbliche locali ed il loro “adagiarsi” sul suolo, che determina la trama dello spazio collettivo intorno al quale si aggregano le strutture, pubbliche e, soprattutto, private.
La domanda alla quale si intende rispondere, nell’attuale contesto di incertezza economica, sociale, e ambientale in Italia, di fatto, è questa: come è possibile “disegnare” e attivare processi di governo del territorio usando gli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica? Ricordando che la pianificazione si muove solo all’interno del dominio pubblico e costruisce progetti di territorio, che sono, soprattutto, progetti fisici.
Di tutto ciò tratterà il corso attraverso un lavoro che simuli, in parte, una esperienza di pianificazione intercomunale nell’area metropolitana di Firenze e che avrà come modalità applicativa la simulazione di un Progetto di innovazione urbana (che porti alla definizione di una scheda progetto).
2_ Testi di riferimento
Tre testi sono comuni a tutti i corsi del LPGdT:
• L. Gaeta, U. Janin Rivolin, L. Mazza, a cura di, Governo del territorio e pianificazione spaziale, CittàStudi, Torino 2017, cap. ...
• P. Gabellini, Le mutazioni dell’urbanistica, Carocci, Roma 2018
• R. Sennett, Costruire e abitare. Etica per la città, Feltrinelli, Milano 2018.
Nel corso delle lezioni verranno indicati testi specifici per approfondire i temi trattati.
Ogni studente avrà in oltre un testo letterario (ma connesso al tema del laboratorio) individuale da leggere ed un testo più specificamente disciplinare uguale per i membri di ogni gruppo di lavoro. Su tali testi gli studenti organizzeranno delle brevi presentazioni durante il corso e tali presentazioni saranno materia di valutazione per l’esito finale.
3_ Obiettivi formativi
Il tema scelto come centro del lavoro del laboratorio costituisce un’occasione per perseguire alcuni obbiettivi didattici legati allo studio della pianificazione della città e del territorio, oltre che un’occasione di ricerca su un contesto ed un tema centrali nel dibattito attuale.
Lavorando su due assi principali che riconoscono il disarticolarsi/ri-articolarsi dei territori da un punto di vista ecologico e rispetto alla nozione di bene pubblico, il laboratorio intende porre al centro della propria attenzione il modo in cui la pianificazione urbanistica viene messa in tensione per provare a dare risposta al bisogno di nuove descrizioni (quadri interpretativi) e progetti capaci di “ricucire” i territori della contemporaneità.
L’obbiettivo didattico è quello di fornire strumenti interpretativi rispetto a contesti problematici di trasformazione dei modelli insediativi e di lettura di nuove esigenze ambientali, sociali, culturali che si concretizzano nei luoghi di margine (margine inteso non semplicemente in senso geometrico). Nella seconda parte del corso l’obbiettivo traslerà verso l’ideazione di soluzioni progettuali e di linee guida per la progettazione urbanistica, capaci di restituire centralità nella fruibilità e qualità dell'ambiente di vita per le aree interessate dal progetto del laboratorio.
Obbiettivi specifici sono:
• fornire strumenti interpretativi rispetto alle trasformazioni dei modelli insediativi e rispetto a
• letture di nuove esigenze ambientali, sociali, culturali che si concretizzano (spesso) nei luoghi di confine, in un’ottica interdisciplinare.
In una seconda fase progettuale:
• creazione di un quadro di scelte coordinate che affrontino il tema del riuso di spazi marginali e dismessi in un’ottica di area vasta (attraverso i confini);
• costruzione di un quadro complessivo (di una rete) che legando tali luoghi riqualifichi (restauri) territori marginalizzati. Di un progetto di territorio;
• individuazione di possibili politiche e strategie che producano gli esiti fisici proposti dal progetto di territorio;
• redazione di una “scheda progetto” che, speriamo, sarà poi possibile sviluppare nel laboratorio di progettazione IV.
4_ Prerequisiti
• Aver compreso metodi e tecniche dell’analisi urbana e territoriale
• avere dimestichezza con dati e informazioni relative al territorio (cartografia informatizzata e database geografici relativi al territorio toscano)
• una base metodologica e pratica nell'uso di sistemi informativi territoriali
• disponibilità al lavoro collettivo (di gruppo e di laboratorio)
• un taccuino da disegno e appunti sempre in tasca
• buone scarpe
• magari una bici o un amico/a che ve la presta
5_ Metodi didattici
Il corso sarà organizzato attraverso una serie di lezioni frontali che introdurranno i concetti fondamentali rispetto ai temi oggetto del laboratorio. Le lezioni si articoleranno secondo due ambiti generali:
• uno relativo a riferimenti culturali e disciplinari utili per un approccio critico all’urbanistica ed alla pianificazione;
• uno legato direttamente alla metodologia del lavoro pratico oggetto del laboratorio ed alle caratteristiche e peculiarità dell’area oggetto del lavoro di analisi e progetto.
Contemporaneamente, mediante lavoro in aula e lavoro di gruppo, sarà svolta una esercitazione pratica che verrà sviluppata autonomamente dagli studenti (in gruppi di tre). Questa verterà in una prima fase di analisi su un’unica area comune per tutto il laboratorio in modo da favorire la condivisione delle esperienze dei vari gruppi. In una seconda fase sempre analitica, ma più di dettaglio, su aree diverse per ogni gruppo. La fase di progetto prevederà un elaborato complessivo di area vasta, uguale per modalità ed estensione del territori considerato per i vari gruppi e successivi Elaborati pregettuali diversificati per area e gruppo a scala di maggior dettaglio. Le modalità per la redazione di tali materiali verranno illustrate dettagliatamente durante le lezioni. Il lavoro svolto sarà periodicamente verificato prevalentemente mediante discussione collettiva dei risultati raggiunti.
L'apprendimento sarà completato da alcuni testi, suddivisi in una bibliografia comune a tutti da studiare singolarmente (vedi punto 2), in testi consigliati durante le lezioni.
Ad ogni studente verrà richiesta la lettura di un testo individuale (a carattere letterario) ed ad ogni gruppo la lettura di un testo di rilevanza teorica per il lavoro del laboratorio (comunque da studiare per tutti i componenti del gruppo). Entrambi saranno oggetto di una rapida presentazione da parte di ogni studente (singolarmente la prima, in gruppo la seconda) a tutto il laboratorio nel corso dell’anno e tale presentazione verrà considerata come una precondizione per l’esame finale e come elemento di valutazione.
6_ Altre informazioni
I materiali cartografici ed i dati per lo svolgimento delle esercitazioni verranno forniti durante il corso dal docente, qualora si rendessero necessari dati non reperibili pubblicamente. L’esercitazione d’esame è però concepita in maniera tale da poter essere svolta utilizzando materiali cartografici e dati disponibili gratuitamente on-line su siti istituzionali di amministrazioni ed enti pubblici. Prevalentemente open-data della Regione Toscana (http://dati.toscana.it/).
Le risorse software necessarie per lo svolgimento dell'esercitazione sono tutte open source e disponibili liberamente on-line e non richiedono licenze a pagamento.
7_ Modalità di verifica dell'apprendimento
Il corso prevede un esame finale che si articolerà intorno alla presentazione dell'esercitazione svolta ed alla discussione dei risultati (in gruppo). Come scritto precedentemente la presentazione dei testi letti individualmente e come gruppo, che avverrà durante l’anno in date che saranno comunicate con anticipo, sarà materia di valutazione.
Per accedere all'esame occorrerà aver svolto durante l’anno le presentazioni sopra descritte e verificato preventivamente con il docente che gli elaborati materia di esame siano stati interamente realizzati seguendo le indicazioni date durante l’anno. Si ricorda che il superamento della soglia di presenze del 75% è condizione necessaria per accedere all’esame finale.
Nella valutazione finale il lavoro collettivo riveste il peso maggiore, ma sarà effettuata anche una valutazione singola rispetto allo studio dei testi indicati (sia i testi comuni a tutto il laboratorio che i testi diversificati).