Gli argomenti trattati riguardano esperienze progettuali,contemporanee o del passato,della ricerca italiana o meno,caratterizzate da una riconoscibile valenza “maieutica”:lettura di progetti tra analogie e poetiche,il continuare l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza.
Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto verrà studiato nelle sue diverse ed inaspettate declinazioni storiche. Su tali temi sono previsti seminari e/o lezioni di esperti.
C. Martì Arìs, Silenzi eloquenti, Marinotti Edizioni, Milano, 2007
F. Venezia, Architetture in Sicilia 1980-1993, a cura di B. Messina, Clean, Napoli 1983
MG Eccheli, A Pireddu (a cura di) Oltre l’Apocalisse, FUP 2016
MG Eccheli, R Campagnola, Architetture, topografie leggendarie, Firenze, 2008
R. Campagnola, Il tempo dell’architettura, in “Storia e Composizione”, Parma, 2005
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2016, numero dedicato a “PIU’ con MENO”
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2015, numero dedicato a ”LC a Firenze”
FIRENZE ARCHITETTURA 1-2015, numero dedicato a “Costruire con poco”
FIRENZE ARCHITETTURA 1-2011, numero dedicato al “Mito Mediterrane
FIRENZE ARCHITETTURA 2-2009, numero dedicato a “La maschera”
MG Eccheli, Il viaggio, in FIRENZE ARCHITETTURA 1-2004
CASABELLA 575_576 1991 numero dedicato al paesaggio
E. Detti – G.F. Di Pietro – G. Fanelli, Città murate e sviluppo contemporaneo, CISCU, Lucca 1968
S. Settis, Paesaggio Costituzione, Cemento, Einaudi, 2010
Eugenio Turri, Il paesaggio come teatro” Marsilio,Venezia 2010 (prima ed.1998)
E. Sereni, Storia del paesaggio agrario italiano, Laterza, Bari 2010 (prima ed.1961)
A. BENJAMIN, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino 2000 (prima ed.1966)
J-L-BORGES “L’altro, lo stesso” Adelphi, 2002
J-W. GOETHE, Viaggio in Italia, Vallecchi, 1955
G. LEOPARDI, Zibaldone di Pensieri, Mondadori, 2004
PP. PASOLINI, La lunga strada di sabbia, Contrasto, 1998
G. SIMMEL, Saggi sul paesaggio, Armando, 2006
Obiettivi Formativi - Parte A
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi ad un progetto che - a partire dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di CASTIGLIONCELLO - ne sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel démone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici.
Delineare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
Prerequisiti - Parte A
Aver sostenuto gli esami prescritti dalle propedeuticità del regolamento didattico della scuola e aver maturato capacità sufficienti nella rappresentazione grafica e nell'elaborazione di modelli.
Metodi Didattici - Parte A
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema dell’Appennino (si veda il programma di Maddalena Rossi): la restituzione di entrambi i temi avverrà mediante schizzi e modelli.
Successivamente, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.
Altre Informazioni - Parte A
nessuna
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
Consegna e presentazione delle esercitazioni di analisi e progettuali previste, con discussione delle tematiche affrontate nel corso.
Programma del corso - Parte A
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE DELL’ARCHITETTURA IV E URBANISTICA II AA 2017_2018
MARIA GRAZIA ECCHELI progettazione dell’architettura
MADDALENA ROSSI urbanistica
Tutors: Caterina Lisini, Arba Baxhaku, Claudia Cavallo, Elena Pazzaglia
Tema del Corso: L’ARCHITETTURA NEI PAESI IN ABBANDONO
Luogo del Progetto: CASTIGLIONCELLO DI FIRENZUOLA
“Capimmo così che il paesaggio non è soltanto, come lo intendono i geografi, lo spazio fisico costruito dall’uomo per vivere e produrre, ma anche il teatro nel quale ognuno recita la propria parte facendosi al tempo stesso attore e spettatore.” (E. Turri)
Gli studenti verranno accompagnati nel Borgo silente, luogo di antichi e ancora attuali confini, e quasi sospeso tra due solchi vallivi appartenenti a regioni diverse: scosceso e boscoso il toscano, meno accidentato e coltivato l’emiliano.
Solchi percorsi dal Santerno, un fiume che allarga il suo greto nell’incontro con la cascata del Rio dei Briganti, le cui acque, bagnando la parete dell’Appennino, hanno disegnato, nel tempo, una sorprendente facciata di pietra.
Sulla crosta strettissima di confine, l’uomo, secondo un rito sacro, aveva inciso nel terreno un segno che, in direzione nord-sud, sembra assecondare il senso dell’impervia natura morfologica del luogo; aveva inoltre scavato pietre per innalzare pareti e muri di una “.adesione immediata e diretta al colore del paesaggio” come parte di un disegno “che deriva dall’uso dominante dei materiali ricavabili localmente come la pietra o l’argilla per la fabbricazione dei mattoni o il legno”. (E. Turri)
Ma oggi Castiglioncello è una scena teatrale in cui però gli uomini non trovano più la ragioni per le loro azioni: “. chi ha abitato un luogo, lo ha coltivato, misurato; vi ha costruito ciò che era necessario, assecondando quelle forme e, a partire da quelle forme, ri-disegnandolo: un sapere in armonia con una natura che non sempre è stata una buona madre. a volte infida o misteriosa”. (E. Turri)
Il tempo si è fermato in quel borgo: dogana di frontiera, confine del Granducato con la Romagna Imolese. Tra cumuli di sassi, sopravvivono lacerti di mura, camini in stanze senza soffitto, che raccontano di un mondo altro.
È questo il luogo di progetto scelto dal nostro laboratorio perché –come ebbe a ricordare Franco Arminio– “queste aree spopolate e senza più collegamenti e servizi. possono divenire luoghi di innovazione sociale e culturale. sono Isole in cui c’è un senso di Altrove.”. Il ri-progettare sarà più appropriato quanto più l’attore “saprà guardare, cogliere il senso del paesaggio in cui inserire la sua opera, interpretare gli ordini territoriali sottesi,. la dimensione storica, geografica e sociale del paesaggio stesso.“(E. Turri).Un frammento di paesaggio in cui affiorano tracce di quel sapere costruire con la materia scavata in loco e in cui la magia di una contemporaneità si misura con il sottile fascino della rovina.
OBIETTIVI DEL CORSO
Il laboratorio si pone l’obiettivo di lavorare con gli allievi ad un progetto che - a partire dalla conoscenza storica, formale e funzionale, di CASTIGLIONCELLO - ne sappia cogliere le tracce più profonde come, ad esempio il ruolo della geometria a fronte dell’impervia morfologia dei luoghi, per ritrovare nuove forme e nuovi segni capaci di ridare una “ragion d’essere” al luogo; consapevoli, tuttavia, che studiare le nostre radici non vuol dire rifugiarsi nel grande passato ma fornirsi di strumenti per ri-disegnare il presente.
Tale ricerca esige la capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, scavando dentro l’anima (nostra e del paesaggio). Si tratta di traguardare, con occhi pieni della greve contemporaneità, all’antica e a-temporale declinazione di forme, universali ma continuamente diverse, per ritrovare in tale processo i segni di quel démone, che con identici elementi, ha saputo tracciare architetture e paesaggi, rendendoli unici.
Delineare quindi un’architettura che, partendo dalle cose, alle cose ritorni modificata: ritrovando in questo passaggio quel dimenticato compito di costruzione architettonica della terra, riconosciutole come irrinunciabile compito, da G. F. Hegel.
CARGOMENTI TRATTATI
Gli argomenti trattati riguarderanno esperienze progettuali caratterizzate da una riconoscibile valenza “maieutica”: lettura di progetti tra analogie e poetiche, il continuare l’antica storia tra progetto e rovina, tra nuovo e preesistenza.
Si tratti di progetti contemporanei o del passato, della ricerca italiana o meno, riconosceremo gli esiti migliori in quelli in cui il dato archeologico, vero o virtuale, sia venuto a trasformarsi nella pietra angolare della costruzione, tramite la riscoperta della sorprendente capacità educativa ed evocativa propria dell’immaginazione.
Il rapporto tra archeologia e architettura nel processo di progetto verrà studiato nelle sue diverse ed inaspettate declinazioni storiche: (si veda, ad esempio, il senso o il significato della storia nei “rilievi” lecorbuseriani –i famosi cahiers de voyage–)
Su tali temi, sono previsti seminari e/o lezioni di esperti.
MODALITÀ’ DELLA DIDATTICA E DELLE ESERCITAZIONI
Il laboratorio si apre con l’indagine dei caratteri dell’area prescelta e della sua relazione con il sistema dell’Appennino (si veda il programma di Maddalena Rossi): la restituzione di entrambi i temi avverrà mediante schizzi e modelli.
Successivamente, rispondendo ai caratteri formali e funzionali intravisti nella prima fase, si procederà all’elaborazione di un master plan sull’area progetto, sintetico delle virtualità dell’area.
L’ultima fase vedrà nel progetto architettonico la dialettica sintesi di ogni problematica delineata nell’analisi.