Il laboratorio avrà al centro la ricostruzione della Palazzina della Paleologa di Giulio Romano sul fronte verso il lago del castello di San Giorgio a Mantova.
Lezioni specifiche su Giulio Romano e su Mantova come progetto, saranno svolte a seguito di un sopralluogo in situ previsto nei giorni 13 e 14 marzo 2024 - Comunicazioni verranno svolte sul rapporto tra vecchio e nuovo, sulla costruzione della città e sui temi della pianta, del tipo e del carattere dell'architettura
Contenuto del corso - Parte B
I principali argomenti trattati dal corso riguardano le logiche compositive che stanno alla base della progettazione architettonica e il rapporto tra organismo architettonico e contesto.
Le lezioni, proponendo esempi di architetture storiche, moderne e contemporanee, affronteranno i temi della pianta, della sezione, del prospetto, il principio insediativo, carattere, luogo, paesaggio.
Contenuto del corso - Parte D
Il Laboratorio ha come tema centrale il rapporto tra città storica e città contemporanea, tra paesaggio e architettura; il processo di mutazione da parte della città moderna sul territorio rappresenta lo stato di fatto in cui l’architetto, oggi, si trova ad operare.
Il corso è mirato a fornire un metodo compositivo che nasca dall’analisi dei tratti caratteriali del contesto storico significante al fine di interpretarne il principio insediativo così da porsi in equilibrio con il luogo.
F.Collotti, Idea civile di Architettura, LetteraVentidue, Siracusa 2017;
F.Collotti (a cura di), La preesistenza genera progetto - Il caso studio di Torri, Siena, Didapress Firenze 2023;
G. Grassi,
Architettura come mestiere e altri scritti; Franco Angeli Editore, Milano 1981 e segg.;
G.Grassi, Leon Battista Alberti e l’architettura romana, Franco Angeli, Milano, 2007;
Le Corbusier, Verso un 'architettura, Longanesi, 1986;
A. Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, Milano 1992 e segg.;
A.Rossi, Architettura della città, Marsilio Editori, Padova 1966 e segg.;
A. Rossi, Autobiografia scientifica, Pratiche editrice, Milano 1999;
H.Tessenow, Osservazioni elementari sul costruire, Franco Angeli Editore, Milano 1981 e segg.;
P. Zermani, Identità dell'Architettura, Officina Edizioni, Roma 1995 e segg.
altri testi saranno segnalati dal docente nel corso delle lezioni (specificamente sulla città di Mantova e la sua esperienza nel tempo) e nel riquadro sottostante del presente syllabus "altre informazioni"
Si considera come materiale di lavoro per il progetto la consultazione dei numeri degli ultimi venti anni di FirenzeArchitettura (online), di Casabella, di Domus e di Werk b+w reperibili on line o presso la Biblioteca Centrale di Scienze Tecnologiche di via Micheli
R. Butini, Architetture possibili, Didapress, Firenze, 2019
G. Grassi, Leon Battista e l’architettura romana, Franco Angeli s.r.l., Milano, 2007
Le Corbusier, Verso un 'architettura, Longanesi, 1986
A. Loos, Parole nel vuoto, Adelphi, 1992
R. Moneo, La solitudine degli edifici, Umberto Allemandi & C, Torino 1999
A. Rossi, Autobiografia scientifica, Pratiche editrice, Milano 1999
A. Siza, Scritti di architettura, Skyra, Milano 1997
F. Venezia, Che cosa è l’architettura. Lezioni, conferenze, un intervento, Mondadori Electa s.p.a., Milano 2013
P. Zermani, Architettura: luogo, tempo, terra, luce, silenzio, Mondadori Electa s.p.a., Milano 2015
P. Zumthor, Pensare Architettura, Electa 2003
altri testi saranno segnalati dal docente nel corso delle lezioni
_Sulla composizione architettonica
G. BARTOCCI, “Gabriele Bartocci. Opere e progetti”, Aión Edizioni, 2023
G. BARTOCCI, “Paesaggio Italiano. Dodici esercizi di architettura”, DIDA PRESS, Firenze, 2021
G. BARTOCCI, “Tempo della città, tempo della campagna. Esercizi di architettura”, DIDA PRESS, Firenze, 2017
G. BARTOCCI, “L’architettura della città di Urbino. Da Francesco di Giorgio a Giancarlo De Carlo”, Ed. Diabasis, Parma 2014
G. CANELLA, “Architetti italiani del novecento”, C. M. Edizioni, Milano 2010
R. GUARDINI, “Lettere dal lago di Como”, Ed. Morcelliana, Brescia 1959
MATERIA, dal n.5 al n.23, Quarzo S.p.A., Modena.
R. MONEO, “La solitudine degli edifici ed altri scritti”, Umberto Allemandi & C., Torino, 1999
R. MONEO et. al., “International Portfolio 1985-2012”, Edition Axel Menges, 2013
A. NATALIN, “Quattro quaderni. Dal Superstudio alle città dei Natalini Architetti”, Forma, Firenze, 2015
G. PIOVENE, “Viaggio in Italia”, Baldini & Castaldi, Milano 1993.
E.N. ROGERS, “Esperienza dell’architettura”, Skira, Milano 1997.
P. ZERMANI, “Identità dell’architettura italiana” Voll. I-II, Ed. Officina, Roma 1995.
P. ZERMANI, “Architettura: luogo, tempo, terra, luce, silenzio”, Electa, Milano 2015
_Sulla città di Firenze
P. BARGELLINI, “Com’era Firenze 100 anni fa”, Bonechi, Firenze, 1998
D. L. BEMPORAD, “Giovanni Michelucci, il mobilio degli anni giovanili”, SPES, Firenze, 1999
F. BORSI, “La capitale a Firenze e l’opera di Giuseppe Poggi”, Ed. Colombo, Firenze 1970
A. CAPESTRO, “Centro storico di Firenze: il patrimonio delle piazze minori”, in A. Calderoni et. al. (a cura di), “Il progetto di architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio”, pp. 1736-1741, ProArch, Napoli, 2019
F. CESATI, “Le piazze di Firenze”, Newton Compton, Roma, 1995
A. CORTESI (a cura di), “La costruzione del luogo urbano. Metodi e Strumenti, Alinea, Firenze, 1988
A. DI CINTIO, “Il quartiere di Santa Croce tra recupero e trasformazione”, in M. C. Zoppi
e G. Paolinelli (a cura di), “Conoscere per progettare. Il centro storico di Firenze”, pp. 88-95, DIDA PRESS, Firenze, 2014
R. FAGNONI, “La sistemazione edilizia a scopo di risanamento della zona di S. Croce a Firenze”, in «Urbanistica», n. 3, pp. 101-117, 1936
G. FANELLI, “Firenze”, Laterza, 1990
G. FANELLI, “Firenze architettura e città”, Ed. Mandragora, Firenze 2002
E. GODOLI, “Michelucci per Firenze. Dagli studi per la ricostruzione della zona di Ponte
Vecchio (1945-47) alle proposte per la riqualificazione del quartiere di Santa Croce (1967-
68)” in F. Privitera (a cura di), Michelucci dopo Michelucci, pp. 57-73,. Atti del Convegno (Firenze,
Palazzo Medici Riccardi, 14-15 ottobre 2010), Leo S. Olschki, Firenze, 2012
C. PAOLINI, “Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze”, Paideia, Firenze, 2008
V. PRATOLINI, “Il quartiere”, Bur, 2012
Obiettivi Formativi - Parte A
Assunto principale del laboratorio è indurre un'attitudine che consideri la pratica della costruzione come non lontana dalla ricostruzione (vedi testo in bibliografia F.Collotti COSTRUZIONE, RICOSTRUZIONE in Idea civile dell'architettura, 2017). Il corso si pone l’obiettivo di consolidare la conoscenza della disciplina compositiva e dei principali strumenti progettuali acquisiti negli anni precedenti e preparare allieve/allievi per le future esperienze progettuali utilizzando metodi e modalità tradizionali come la realizzazione di modelli in scala e l'utilizzo del disegno a mano su carta da schizzi, spolvero e lucidi.
Lezioni di carattere teorico e applicazioni pratiche offrono allo studente un itinerario didattico di avvicinamento alla riflessione progettuale sviluppando capacità critica e di auto verifica del lavoro svolto.
Obiettivi Formativi - Parte B
Il corso si pone l’obiettivo di consolidare la conoscenza della disciplina compositiva e dei principali strumenti progettuali acquisiti negli anni precedenti e preparare lo studente per le future esperienze progettuali.
Lezioni di carattere teorico e applicazioni pratiche offrono allo studente un itinerario didattico di avvicinamento alla riflessione progettuale sviluppando capacità critica e di auto verifica del lavoro svolto.
Obiettivi Formativi - Parte D
L’esercizio della composizione architettonica sarà sviluppato in un contesto che, negli anni, ha subito forti alterazioni e mutazioni tipologiche urbane e architettoniche che ne hanno alterato l’identità e lo stato originale dei luoghi.
Obiettivo del corso è quello di fornire allo studente un metodo compositivo attraverso cui progettare un edificio finalizzato a ristabilire l’equilibrio mutato tra i soggetti attivi della composizione, tra le preesistenze presenti nel sito di progetto.
Si tratterà di continuare la tradizione costruttiva del luogo attraverso la rilettura dei principi insediativi e delle caratteristiche che ne hanno strutturato, negli anni, la particolarità.
L’architettura progettata, come uno specchio dovrà riflettere il carattere del luogo in cui è inserita, riverberare la fitta rete di corrispondenze, di misure storiche, materiali e immateriali quali segni stanziali e fondanti per la composizione.
Prerequisiti - Parte A
Passione, curiosità e generosità (nel produrre idee e nel saper lavorare in gruppo in modo paritario senza voler sopraffare le proprie compagne e i propri compagni). Si considera necessaria una conoscenza approfondita della storia dell'Architettura (e del Rinascimento in modo particolare), capacità e abilità manuale nella realizzazione di modelli in scala, disinvoltura nel disegno tecnico non cad e in particolare a mano libera.
Prerequisiti - Parte B
Si considera necessaria una conoscenza minima della storia dell'Architettura e delle basi del disegno tecnico e a mano libera.
Prerequisiti - Parte D
Lo studente dovrà aver sostenuto gli esami dei Laboratori di progettazione architettonica del primo, del secondo, del terzo anno.
Metodi Didattici - Parte A
Il Laboratorio di Progettazione dell’architettura prevede attività teoriche e attività pratiche: l'arte del costruire riunisce curiosità tecnica (saper fare) e elaborazione letteraria e poetica (conoscenza e bellezza). L'attività di laboratorio in aula sarà effettuata rigorosamente con modelli e schizzi redatti a mano e si affiancherà a lezioni teoriche e di approfondimento. Lezioni teoriche e attività di progetto sono interdipendenti e si riflettono le une nell'altra. L'uso dei riferimenti di architettura sarà fondamentale nel motivare le scelte di progetto. I riferimenti non sono suggestioni tratte da Pinterest o rubate in rete, ma sono esempi scelti, ridisegnati in scala opportuna (se necessario piante, sezioni, alzati) e motivati alla docenza. L'esame finale verrà svolto sul progetto di ricostruzione della Palazzina della Paleologa proposto dagli allievi e dalle allieve con una serie di tavole indicate dalla docenza nel corso del laboratorio. E' obbligatoria per l'esame la presentazione di modelli di studio e del modello finale in scala opportuna
Metodi Didattici - Parte B
Il Laboratorio di Progettazione dell’architettura prevede una prima parte dedicata allo svolgimento di lezioni teoriche, integrate da alcune esercitazioni da svolgere principalmente in aula, propedeutiche al lavoro progettuale, oggetto dell’esame finale.
Metodi Didattici - Parte D
Il Laboratorio sarà strutturato in una serie di lezioni frontali teoriche finalizzate all’indagine e all’approfondimento dei temi di ricerca e nell’esercizio progettuale Equilibrio, Continuità, Tradizione, Processo dell’architettura costituiranno i termini intorno ai quali ruoterà il lavoro di approfondimento teorico e di progetto.
Parallelamente alle lezioni vi sarà il lavoro svolto in aula sul progetto di architettura.
Il controllo e il monitoraggio dello stato di avanzamento dei singoli lavori avverranno a cadenza settimanale attraverso le revisioni.
Altre Informazioni - Parte A
Nel corso delle lezioni saranno fornite ulteriori indicazioni bibliografiche sui temi trattati.
Come già evidenziato in "Testi di riferimento", si considerano alcuni testi come fondamentali per lo sviluppo dell'attività di Laboratorio.
Inoltre sarà utile per il lavoro di progetto la consultazione approfondita del volume di G.Grassi, ARCHITETTURA LINGUA MORTA, edito da Electa Milano nel 1988 che verrà eventualmente fornito sul moodle dalla docenza. Il testo è fondamentale per comprendere il tema della ricostruzione sviluppata da Grassi con particolare attenzione nel caso della ricostruzione dello scenafronte del teatro romano di Sagunto, nel restauro del Castello di Abbiategrasso e nel caso del progetto di concorso per il Prinz Albrecht Palais di Berlino.
Inoltre si darà per acquisita e nota la conoscenza di R.Wittkower, Principi architettonici nell'età dell'Umanesimo, Torino Einaudi 1964 e segg.
Altra fonte con la quale confrontarsi, in particolare alla voce RESTAURO CREATIVO, è: Aa.Vv., Dizionario critico illustrato delle voci più utili all’architetto moderno, Faenza: C.E.L.I. 1993.
I seguenti trattati, nelle loro ristampe o riedizioni moderne, saranno di riferimento per le questioni teoriche affrontate durante le lezioni del corso:
L.B. Alberti, De re aedificatoria (trad. C.Bartoli); 1565, Venezia
E.L. Boullèe, Architettura. Saggio sull'arte; 1967, Padova
P.M. Letarouilly, Les Édifices de Rome moderne; 1984, New York
A.Palladio, I quattro libri; 1570, Venezia
A.C. Quatremère de Quincy, Dizionario storico di architettura (a cura di Farinati e Teyssot); 1986, Padova
K.F. Schinkel, Collected architectural drawings; 1982, London – New York
M.Vitruvio, De Architectura (trad. D.Barbaro); 1567, Venezia
Altre Informazioni - Parte B
Nel corso delle lezioni saranno fornite ulteriori indicazioni bibliografiche sui temi trattati.
Altre Informazioni - Parte D
La discussione del progetto finale avverrà sulla base degli elaborati obbligatori ai fini dell’argomentazione dell’idea progettuale:
Planimetria generale di progetto in scala 1:1000.
Planivolumetrico di progetto in scala 1:500.
Piante di tutti i livelli dell’edificio in scala 1:200.
Prospetti, sezioni in scala 1:200.
Viste prospettiche.
Modello di studio in scala 1:500.
Modello finale in scala 1:200.
Descrizione sintetica dell’idea di progetto (1 cartella).
Modalità di verifica apprendimento - Parte A
Saranno oggetto di verifica e valutazione tutte le esercitazioni svolte durante il corso. Il progetto finale potrà essere affrontato individualmente o a gruppi di max quattro componenti.
E’ richiesto di portare alle revisioni tutto il materiale prodotto (schizzi di studio, disegni, modelli di studio) ed è obbligatorio effettuare una revisione/preview di tutti gli elaborati d’esame prima dell’appello inclusi modelli.
Gli elaborati d’esame dovranno essere consegnati con una scansione in formato digitale su un CD sul quale dovrà essere indicato: anno di corso, nome dell'allievo, recapito telefonico, elenco elaborati.
Informazioni dettagliate sul tema di esame saranno comunicate nel corso dell'anno.
Elaborati richiesti (indicativi):
Planivolumetrico Schwarzplan 1:1000;
Planivolumetrico di dettaglio con ombre 1:500;
Piante di tutti i livelli con raccordo al castello di San Giorgio 1:100/200;
Sezioni significative 1:100/200;
Prospetti 1:100/200;
Prospettive NON RENDER (almeno 2);
Modelli di studio e finali;
Relazione di progetto di almeno 2000 battute spazi inclusi con concept del progetto, il rapporto con il luogo nonché precisazioni circa le tecniche costruttive e i materiali da impiegarsi.
Come riferimento circa le modalità di verifica dell'apprendimento si assume il lavoro svolto in precedenza su analaghi laboratori dal gruppo di lavoro cresciuto intorno alla docenza del Prof. Collotti ora raccolto in: La preesistenza genera progetto - Il caso studio di Torri, Siena, Didapress Firenze 2023 (vedi bibliografia in questo syllabus sotto "Altre informazioni")
Modalità di verifica apprendimento - Parte B
Saranno oggetto di verifica e valutazione tutte le esercitazioni svolte durante il corso. Il progetto finale potrà essere affrontato individualmente o a gruppi di max due componenti.
E’ richiesto di portare alle revisioni tutto il materiale prodotto (schizzi di studio, disegni, modelli di studio) ed è obbligatorio effettuare una revisione di tutti gli elaborati d’esame prima dell’appello.
Gli elaborati d’esame dovranno essere consegnati in formato digitale su un CD sul quale dovrà essere indicato: anno di corso, nome dell'allievo, recapito telefonico, elenco elaborati.
Informazioni dettagliate sul tema di esame saranno comunicate nel corso dell'anno.
Elaborati richiesti (indicativi):
Planivolumetrico 1:1000
Planivolumetrico di dettaglio 1:500
Piante di tutti i livelli 1:100/200
Sezioni significative 1:100/200
Prospetti 1:100/200
Prospettive (almeno 2)
Modelli
Relazione di progetto
Modalità di verifica apprendimento - Parte D
L’esercizio progettuale potrà essere svolto sia individualmente, sia in gruppi di due persone. Il lavoro svolto verrà argomentato, controllato e approfondito attraverso le revisioni, a cadenza settimanale, svolte dopo ogni lezione teorica.
Programma del corso - Parte A
Il laboratorio avrà al centro la ricostruzione della Palazzina della Paleologa di Giulio Romano sul fronte verso il lago del castello di San Giorgio a Mantova.
Il Laboratorio prevede un sopralluogo a Mantova e all'area di progetto, lezioni frontali, esercitazioni in aula rigorosamente sul modello in scala del castello di San Giorgio e sul fronte verso l'acqua nonchè con schizzi e disegni realizzati a mano con tecnica libera, ma tradizionale.
L'intera attività di laboratorio è a frequenza obbligatoria e si svolgerà in aula.
La ricostruzione della palazzina di Giulio Romano non avrà per oggetto solo la riproposizione dell'edificio com'era e dov'era, ma un ampio spettro di possibilità che insistono sul rapporto tra destinazione/funzione attuali e spazio rappresentativo, ipotizzando col nostro progetto la realizzazione/compimento dell'affaccio del castello verso il lago e la riproposizione del giardino pensile, sia come basamento, sia come grande terrazza in attesa, sia anche come struttura temporanea per manifestazioni, concerti rappresentazioni. Interessa in particolare indagare la presenza della Palazzina e del suo giardino come fatto spaziale e fisico posto a cerniera tra il lago, il palazzo Ducale e il castello di San Giorgio.
Nelle lezioni frontali, i principali argomenti trattati dal corso riguardano le logiche compositive che stanno alla base della progettazione architettonica e il rapporto tra organismo architettonico e luogo.
Le lezioni, proponendo esempi di architetture storiche, moderne e contemporanee, affronteranno i temi della pianta, della sezione, del prospetto, il principio insediativo, carattere, luogo, paesaggio.
Alle allieve e agli allievi che frequenteranno il laboratorio, si chiede di condividere e sviluppare col progetto un assunto secondo cui la COSTRUZIONE non sarebbe lontana dalla RICOSTRUZIONE. Nella fattispecie esistono nell’esperienza della città luoghi e figure imprescindibili ai quali la memoria del progetto ritorna tutte le volte che gli architetti sono chiamati a ridare senso e definizione a siti paesaggi giaciture o topografie che nel tempo hanno perso il rapporto con la città precedente. Persa per sempre quell’immagine capace di tutto comprendere che rispecchiava un ordine razionale e analitico, sciolti quei vincoli e quelle figure che rimandavano ad una compattezza e ad una continuità non più transitabile, la nostra capacità di ri-leggere i fenomeni urbani e di ordinarli attraverso il progetto è costretta a sopravvivere per frammenti. Per frammenti di piani, di architetture, di idee, vive la città contemporanea. Per frammenti possiamo ancora evocare compiti spesso dimenticati per questo mestiere, il cui destino non può che essere quello di continuare a costruire la città e il paesaggio, ritrovandone col progetto la memoria, per quanto trasfigurata essa possa essere.
Nel caso specifico dal nostro laboratorio per l'anno accademico 2023-2024 si assume come importante riferimento (che sarà oggetto di una comunicazione specifica) il progetto di ricostruzione del quartiere Dom-Römer nel centro storico di Francoforte ora raccolto in "LA MAIEUTICA DELLA CITTA' - Contributi sul progetto urbano e architettonico" (a cura F.S.Fera), AION Firenze 2022 con particolare riguardo al contributo di F.Collotti a pag.41 "The Dom Römer reconstruction at Frankfurt am Main - Learning from old cadastral maps"
Programma del corso - Parte B
Il Laboratorio prevede lezioni frontali, esercitazioni in aula e attività di laboratorio.
Nelle lezioni frontali, i principali argomenti trattati dal corso riguardano le logiche compositive che stanno alla base della progettazione architettonica e il rapporto tra organismo architettonico e contesto.
Le lezioni, proponendo esempi di architetture storiche, moderne e contemporanee, affronteranno i temi della pianta, della sezione, del prospetto, il principio insediativo, carattere, luogo, paesaggio. Attraverso letture trasversali si cercherà di rintracciare leggi compositive di lunga durata, a partire dalle quali la disciplina del progetto possa trarre nuova linfa.
Completeranno il copro delle lezioni frontali alcune lezioni monografiche dedicate ai maestri dell'architettura italiana del dopoguerra.
Le esercitazioni in aula costituiranno la base per un primo approccio al progetto da affrontare nella seconda parte del Laboratorio.
Programma del corso - Parte D
Progettare e costruire un’architettura implica sempre l’alterazione dell’equilibrio del luogo che dovrà ospitarla; compito dell’architetto è ristabilire, attraverso la composizione, un equilibrio rinnovato tra le parti, secondo lo sviluppo di un metodo progettuale mirato a reiterare i tratti caratteriali che hanno definito, nel tempo, l’identità e il senso dello spazio del sito di progetto.
Il luogo dovrà costituirsi origine e destinazione dello spazio progettato.
Il progetto che svilupperemo in questo anno accademico rappresenterà la fase ultima di un processo che avrà inizio con l’analisi (vi sarà un sopralluogo nell’area di intervento) e proseguirà con la restituzione dei segni stanziali e identitari di un brano della città storica di Firenze, prossimo al quartiere di Santa Croce (l’area di piazza dei Ciompi).
A.A. 2023/2024
L’area di intervento scelta è piazza dei Ciompi, contesto architettonico problematico ed irrisolto per ciò che riguarda il rapporto di corrispondenza tra edificato e piazza urbana.
Qui, a partire dalla fine dell’Ottocento, il piano di Risanamento della città di Firenze attuato anche nell’area di Santa Croce prevede di diradare e demolire porzioni di isolati al fine di migliorare la condizione igienica dei suoi abitanti.
Nascono così alcune proposte di sistemazione, di ridisegno, di miglioria dell’attuale piazza dei Ciompi attraverso progetti di Giovannoni prima (1913) e di Fagnoni poi (1928) i quali immagineranno di svuotare gli isolati più compatti volumetricamente in favore di spazi aperti destinati al verde pubblico e all’aggregazione sociale.
Nel 1936 il Comune di Firenze redige un Piano regolatore che contempla la necessità di dividere in due l’intero isolato togliendo densità edilizia all’edificato così da porsi in continuità con gli intenti dei due urbanisti che lo avevano preceduto.
Con l’avvento della Seconda guerra mondiale il progetto di attuazione del piano di riqualificazione si arresta e l’attuale piazza diventa un grande vuoto urbano. L’unica architettura dell’isolato originale che sopravvive alle demolizioni e che sarà salvaguardata è il quattrocentesco Palazzo Gerini, soggetto a riprogettazione e rimodernizzazione ad opera di un gruppo di architetti, coadiuvato da Ezio Zalaffi, tra cui spiccherà il contributo di Giovanni Michelucci.
Nel 1948 lo spazio sarà denominato piazza dei Ciompi e, sette anni dopo, a concludere il fronte orientale su via Pietrapiana sarà ri-edificata la Loggia del Pesce, precedentemente ubicata nella piazza del Mercato Vecchio, oggi piazza della Repubblica, stoccata, nei suoi elementi decorativi caratterizzanti dal 1889 al 1954 presso il Lapidario di San Marco.
Oggi, lo spazio della piazza è caratterizzato e concluso, nei suoi fronti principali, da architetture sorte in contesti storico-edilizi estranei all’ambiente urbano di cui, loro malgrado, si sono trovati a far parte.
Il carattere identitario di piazza dei Ciompi è connotato dall’eterogeneità dei suoi corpi di fabbrica e dei suoi fronti urbani che, come “oggetti architettonici” posti su un piano di campagna, non instaurano alcuna corrispondenza tra loro se non quella di appartenere allo stesso vuoto edilizio.
L’esercizio compositivo di questo anno accademico consisterà nel progetto di una Scuola per artigiani immaginata nella porzione sud della piazza, in aderenza al fianco sordo di Palazzo Gerini, in un’area già soggetta ad ampliamento, mai realizzato, da parte dello stesso Michelucci nel 1940.
L’obiettivo del lavoro progettuale sarà quello di convertire gli “oggetti architettonici” in soggetti significanti, parlanti e attivi della scena urbana contestualizzata attraverso l’inserimento di un nuovo corpo di fabbrica, di una nuova testata su piazza capace di riassumere e interpretare i tratti caratteriali del sito così da interloquire con l’architettura presente in esso conferendo nuovo potenziale architettonico al luogo di progetto.
Si innesterà una nuova misura, un nuovo “tassello” all’interno del processo di sviluppo della piazza che si allineerà alla traiettoria degli interventi che si sono avvicendati negli anni.
Il piano di campagna della piazza sarà anch’esso oggetto di interesse così da trasformare il piano di posa degli edifici in un concreto piano di lavoro, in una superficie capace di connettere tra loro i diversi corpi di fabbrica, superficie che potrà essere arricchita dal disegno degli spazi aperti (disegno del verde, dell’ordito delle pavimentazioni, dell’arredo urbano).
L’adesione alla morfologia urbana, l’interpretazione della tipologia, la continuità della tradizione architettonica e del principio insediativo del contesto e della città saranno i punti di ancoraggio del progetto, atto di confidenza tra antico e nuovo, tra vicende remote e contemporaneità.
Obiettivi Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile - Parte A
attenzione ai temi dell’accessibilità e della partecipazione, anche digitale (in riferimento a SDGs Agenda 2030, Inclusion and Participation).